L’Archaeopteryx è spesso descritto come il primo uccello, vissuto circa 150 milioni di anni fa. Ma ancora oggi è dibattuto il fatto se sapesse o meno volare come gli uccelli attuali o se, più semplicemente, spiccava lunghi balzi in volo planato. Alcuni indizi fanno pensare alla prima ipotesi, altri alla seconda, ma una cosa è certa e condivisa da tutti i ricercatori: la strada percorsa dagli esseri viventi per prendere le vie del cielo è stata assai lunga.
Padroni del cielo. Ora una nuova scoperta, pubblicata su Scientific Report, dimostra come un uccello del Cretaceo inferiore, cioè di circa 125 milioni di anni fa, possedesse già strutture muscolari e legamenti che gli permettevano sicuramente di compiere gesta aerodinamiche simili a quelle che compiono gli uccelli dei nostri giorni.


La scoperta arriva da un gruppo di ricercatori spagnoli guidati da Luis Chiappe, il quale ha concentrato la propria ricerca su ossa fossili scoperte in Spagna alcuni anni fa. Il ritrovamento ha permesso di accertare che quell’uccello faceva parte di un gruppo di "volatili" noto come enantiorniti, vissuti tra 125 e 65 milioni di anni fa. I reperti hanno permesso di studiare i dettagli di una complessa rete di muscoli che negli uccelli moderni controlla la regolazione delle penne delle ali permettendo loro di padroneggiare il cielo.
Sulla testa dei dinosauri. Spiega Chiappe: «C’è una netta similitudine tra quelle strutture e le strutture degli uccelli dei nostri giorni e questo ci fa pensare che anche gli uccelli del Cretaceo potessero volare».
In realtà la struttura ossea degli uccelli fossilizzati è diversa da quella dei volatili dei nostri giorni, ma vi sono analogie notevoli nell’anatomia delle parti morbide degli animali, e queste sono più importanti per il volo che non le strutture ossee. La scoperta, dunque, permette di retrodatare la capacità di volare di alcuni animali, al punto che è possibile ipotizzare che volassero sulla testa dei dinosauri.