Su YouTube puoi pubblicare di tutto, o quasi. Ne sa qualcosa di quel “quasi” Anthony Graber, un motociclista del Maryland, Stati Uniti, che ha condiviso il video di un poliziotto che gli intima di scendere dalle due ruote sventolando una pistola.
“Pubblicando il video ha violato la privacy dell’agente di Polizia.”
Mani in alto – Magari correva un po’ troppo. Magari si meritava pure di essere fermato per eccesso di velocità. Ma Anthony Graber non si aspettava di certo di rischiare 16 anni di carcere per aver pubblicato su YouTube il video del suo incontro ravvicinato con un poliziotto. Il fatto è che Anthony Graber, appassionato di nuove tecnologie, ha montato sul suo casco una telecamera per documentare i suoi viaggi in moto. Un giorno, mentre sfreccia sulle sue due ruote, una macchina gli intima di fermarsi. Lui accosta e una persona prima gli punta una pistola e poi lo informa che è un poliziotto. Evidentemente in borghese o sotto copertura, non è chiaro dal filmato.
Tra pubblico e privato – Tornato a casa, Anthony Graber pensa bene di pubblicare il video su YouTube e iniziano i suoi guai. Le autorità fanno irruzione a casa sua e gli sequestrano il computer. Adesso è accusato di aver violato la privacy dell’agente di polizia Joseph Uhler, e della sua pistola, e rischia 16 anni di galera. Il suo avvocato però sostiene che c’è qualcosa che non quadra in tutta questa storia: perché quando un poliziotto registra una conversazione pubblica non è privata, e quando lo fa un cittadino diventa privata pur essendo pubblica?