Dopo la notizia, è arrivato il processo: la madre americana che aveva hackerato il profilo Facebook del figlio è stata condannata.
“Un caso tutto americano: la mamma molesta digitalmente il figlio e il tribunale la condanna”
Condannata dal giudice – La mamma spiona è stata condannata dal giudice a pagare qusi 500 dollari di multa e a seguire due corsi di recupero: controllo dell’aggressività e genitorialità, solo in questo caso la corte darà il consenso affinché possa rivedere il figlio.
Come è nato il caso - Lo scontro legale familiare era dovuto a presunte molestie cibernetiche della madre nei confronti del figlio, che vive con la nonna. La donna ha cambiato il profilo di Facebook del ragazzo e ha postato informazioni diffamanti sul suo conto, nonché è stata ritenuta responsabile di molestie telefoniche, sempre nei confronti del figlio.
Testimonianze e prove – Durante l’audizione hanno testimoniato sia la mamma che il figlio, ma le prove digitali hanno parlato per tutti, anche se sono scritte in byte. Il figlio, durante una visita a casa della madre, si era dimenticato di eseguire il log off da Facebook. La donna, trovando il profilo aperto e disponibile, ha cominciato a usare l’account per postare a nome del figlio, cambiando anche la password e impedendogli così di accedere al servizio.
Dopo una lite – Dopo che due poliziotti erano usciti per un controllo in seguito a una telefonata del figlio, per l’ennesima lite con la madre, la donna è andata al PC a pubblicare un post a nome del figlio, dove affermava che la telefonata era una trappola per far imprigionare la donna sebbene non avesse colpe. Questo comportamento è stato pensantemente sanzionato dal giudice che ha ritenuto corrispondesse all'esigenza di crearsi un alibi.
Risultato processuale – La donna è stata condannata a una pena di 30 giorni, commutata nella multa e nelle condizioni imposte dalla corte. Se durante l’anno di osservazione non righerà dritto, finirà in galera.