
Una nuova ricerca apparsa su Nature Climate Change rivela una sorprendete correlazione tra le temperature terrestri in aumento, le piogge e la portata dei fiumi.
Secondo lo studio infatti, all’aumentare delle temperature, vi è un maggiore apporto di piogge rispetto alla neve, ma questo comporta una riduzione della quantità totale di acqua nei fiumi. Il fatto è sorprendente perché un diverso apporto di forma di precipitazione potrebbe far pensare che vi sia una variazione nella quantità d’acqua all’interno di un fiume nel tempo, ma non nel volume complessivo.
Mentre invece, quest’ultima situazione è quella che hanno scoperto i ricercatori tenendo sotto controllo 420 bacini idrografici degli Stati Unti per il periodo che va dal 1948 ai nostri giorni. E questo vale anche per il resto dei bacini alle medie latitudini.
“All’inizio ci sembrava molto strano l’esistenza di una correlazione di tale genere, per cui abbiamo voluto ipotizzare tutte le possibili spiegazioni prima di giungere ad una conclusione”, ha spiegato Ross Woods della Bristol University della Gran Bretagna.
“Nonostante le più diverse ipotesi la spiegazione non ci è ancora molto chiara” ha continuato il ricercatore. Tuttavia l’ipotesi che sembra prendere maggiore spazio sarebbe la seguente: quando la temperatura è bassa i terreni risultano ghiacciati e in primavera o in estate l’acqua di fusione finisce nei fiumi. Al contrario se la temperatura cresce, i terreni ghiacciati diminuiscono e l’acqua rimane più a lungo nei suoli dove poi viene assorbita dalle piante o finisce in profondità e quindi è minore la quantità che finisce nei fiumi.
Quali le ripercussioni? Al momento sono ancora tutte da studiare. Tuttavia è noto che sono molte le comunità che vivono grazie all’acqua dei fiumi. Una minore portata potrebbe avere conseguenze davvero pesanti su tali popolazioni. “Va però detto – spiega il ricercatore – che in alcuni luoghi là dove nevica di meno piove anche di più e quindi esiste una compensazione tra il volume “rubato” dai suoli” e il maggiore apporto d’acqua piovana”.
Questo tuttavia, non deve far pensare, sottolinea ancora Woods, che si possa dormire sonni tranquilli. Sarebbe compito degli idrologi verificare in dettaglio la situazione di ogni singolo bacino idrografico e verificare la situazione in loco. Ciò per evitare falsi allarmismi o al contrario la certezza che comunque si arriverà ad un equilibrio.