Quello della prevalenza della riproduzione sessuata tra gli organismi pluricellulari rimane, dal punto di vista evolutivo, un mistero: dopotutto la riproduzione asessuata, che non richiede la produzione di cellule specializzate (i gameti) è molto più immediata ed efficiente.
Uno studio pubblicato su PLOS Biology avanza una nuova ipotesi sulla fortuna di questa modalità di formazione di nuovi organismi. La riproduzione sessuata potrebbe essere stata favorita dalla selezione naturale non solo perché permette di adattarsi ad ambienti in costante evoluzione, ma anche perché previene l'invasione, negli organismi "figli", di cellule maligne, come quelle coinvolte in alcune forme trasmissibili di cancro.
Autodifesa. Per comprendere questa teoria è necessario viaggiare a ritroso nel tempo fino a un miliardo di anni fa, quando sulla Terra emersero i primi organismi pluricellulari: società di cellule "cloni" che funzionavano a patto che si impedisse alle cellule maligne di proliferare sfruttando i vantaggi di un sistema cooperativo. La necessità di riconoscere le cellule traditrici e distinguerle da quelle sane favorì la nascita di molti meccanismi protettivi contro nemici interni ed esterni - per esempio il sistema immunitario, capace di riconoscere anche le minacce esterne, come virus e batteri.
Errori esponenziali. In questo contesto, la riproduzione asessuata, che porta alla creazione di nuovi individui cloni, era un processo rischioso: esisteva la concreta possibilità di clonare intere generazioni di cellule maligne (come quelle di alcune forme trasmissibili di cancro). Al contrario, la riproduzione sessuata, aumentando la variabilità genetica all'interno di una popolazione, limitava la diffusione delle cellule maligne nelle nuove generazioni.
Rischi contenuti. Le cellule cancerose continuano a emergere regolarmente nei singoli individui, ma le probabilità che si trasmettano alle generazioni successive sono basse: oggi le forme di cancro trasmissibile sono molto rare e riguardano soprattutto diavoli della Tasmania, cani e molluschi bivalvi. Data la diffusione delle forme di cancro e delle possibili vie di trasmissione negli organismi pluricellulari, è possibile che la riproduzione sessuata si sia diffusa come l'opzione meno rischiosa per produrre una prole sana.