Scienze

Etna, un vulcano dalle mille facce

Alle 10:30 del 23 novembre 2013 ha preso il via il diciassettesimo episodio eruttivo del 2013 al Nuovo Cratere di Sud-Est dell'Etna. Questo fenomeno, che è...

Alle 10:30 del 23 novembre 2013 ha preso il via il diciassettesimo episodio eruttivo del 2013 al Nuovo Cratere di Sud-Est dell'Etna. Questo fenomeno, che è avvenuto cinque giorni dopo il precedente, è stato caratterizzato da una rapida evoluzione da attività stromboliana, ossia con esplosioni di una certa intensità, a dare vita a fontane di lava ed ha visto la formazione di una nube eruttiva alta diversi chilometri. Il materiale, preso in carico dai venti, si è diretto verso NE ricoprendo abbondantemente i paesi del versante etneo nord-orientale, fino alla Calabria. Durante questo episodio le colate laviche hanno avuto uno sviluppo minore rispetto agli episodi precedenti. Ma cos’è l’Etna? L'Etna è il vulcano più grande dell'Europa e tra i vulcani più attivi del mondo. Le sue eruzioni avvengono sia in sommità, dove attualmente si trovano quattro crateri, sia dai fianchi, fino ad altezze di poche centinaia di metri sopra il livello del mare. L'attività sommitale può potrarsi per molti anni con poche interruzioni (p.es. 1955-1971; 1995-2001), con intervalli che possono durare da pochi mesi a più di 20 anni, anche se negli ultimi 40 anni l'intervallo medio fra le eruzioni di fianco è stato di circa 2 anni. La durata di un'eruzione di fianco può essere di poche ore, però in altri casi può superare un anno (1991-1993: 472 giorni; 2008-2009: 419 giorni). Quattro crateri sommitali I quattro crateri sommitali sono: la Voragine e la Bocca Nuova, che si sono formate all'interno del Cratere Centrale rispettivamente nel 1945 e 1968, il Cratere di Nord-Est, che esiste dal 1911 che è attualmente il punto più alto dell'Etna (3330 m), e infine il Cratere di Sud-Est, nato nel 1971, che recentemente è stato il più attivo dei quattro crateri. Questa configurazione contrasta notevolmente con quella di circa un secolo fa, quando in cima all'Etna si trovava il solo Cratere Centrale. E’ cambiato nel tempo
Fino a tempi recenti, l'Etna veniva considerato un vulcano prevalentemente effusivo, cioè caratterizzato soprattutto dall'emissione di colate laviche. Esse possono causare danni materiali ma non rappresentano una minaccia diretta per la vita delle 900 mila persone che vivono nelle zone potenzialmente a rischio. Tuttavia, studi recenti hanno rivelato che questo vulcano risulta capace di dar luogo anche ad una attività fortemente esplosiva, come l'eruzione pliniana del 122 d.C.. Più recentemente si è osservato, soprattutto dalla fine degli anni 70, un forte incremento di episodi eruttivi esplosivi soprattutto ai crateri sommitali. Questo si è dimostrato in modo notevole durante le eruzioni sommitali del 1995-2001, con circa 150 episodi di fontane di lava (anche conosciuti come parossismi), la maggior parte delle quali ha generato alte colonne di gas e cenere. Le eruzioni di fianco del 2001 e del 2002-2003 evidenziano come anche questa tipologia di eruzione può generare significative quantità di materiale piroclastico (cenere, lapilli, bombe e blocchi). Diversamente dai parossismi sommitali, che di solito hanno durate massime di poche ore, le ricadute di materiale piroclastico durante eruzioni di fianco possono andare avanti per diverse settimane/mesi e causare problemi e disagi nelle zone popolate, oltre a rappresentare una seria minaccia per il traffico sia terrestre che aereo. L’ultima fase
La fase più recente di attività eruttiva dell'Etna è cominciata a gennaio 2011, con il primo in una serie di episodi di fontane di lava (parossismi); Tutti sono avvenuti da un nuovo cratere, ubicato sul fianco orientale del cono del Cratere di Sud-Est. Inizialmente questo cratere era una depressione di sprofondamento (pit crater), che per le abbondanti ricadute di materiale piroclastico si è rapidamente trasformato in un nuovo cono alto più di 200 metri. (materiale proveniente dall’INGV)

24 novembre 2013 Luigi Bignami
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