Scienze

L'Equinozio d'autunno è oggi

Inizia oggi la stagione dai colori più caldi dell'anno: ma che cosa significa esattamente, dal punto di vista astronomico? Davvero notte e dì avranno la stessa durata? E perché "l'inverno sta arrivando"? L'equinozio autunnale spiegato a domande e risposte.

I sentori di fine estate c'erano già da qualche giorno, ma ora l'autunno astronomico è ufficialmente iniziato. Quest'anno l'equinozio d'autunno cade il 22 settembre alle 22:02 ore italiane: sarà questo uno dei due momenti dell'anno (l'altro è l'equinozio di primavera) in cui i raggi del Sole colpiscono il nostro pianeta in modo perpendicolare all'asse di rotazione terrestre, e il terminatore (la linea immaginaria che divide la parte illuminata del Pianeta da quella buia) passa esattamente per il Polo Nord e il Polo Sud.

Nella giornata di oggi, alle nostre latitudini, il Sole è sorto quasi esattamente a est e tramonterà quasi esattamente a ovest.

avremo le stesse ore di luce e di buio? Anche la durata del dì e della notte sarà simile, ma non identica, come pure il termine latino aequinoctium, "notte uguale" sembrerebbe suggerire. Durante gli equinozi, la differenza temporale tra il giorno e la notte è meno evidente che durante i solstizi (il solstizio d'inverno è il giorno con meno ore di luce, il solstizio d'estate è quello con meno ore di buio), ma comunque c'è: quest'anno il Sole sorgerà alle 7:10 (a Milano) e tramonterà alle 19:21. Tra il dì e la notte ci sono dunque 11 minuti di scarto; l'equilux, ossia il giorno in cui notte e dì hanno davvero la stessa durata, si verifica qualche giorno dopo l'equinozio d'autunno, e qualche giorno prima quello di primavera.

«L'equinozio corrisponde al momento esatto dell'evento. Non a quando il giorno e la notte hanno la stessa durata, nonostante spesso la si pensi così» spiega Matthew Holman, astrofisico dell'Università di Harvard.

Questo avviene perché, se è vero che durante gli equinozi, il centro geometrico del Sole rimane sopra all'orizzonte per 12 ore, i raggi del Sole iniziano a inondare la Terra prima che il disco solare sia completamente visibile (all'alba), e la abbandonano dopo che il suo centro geometrico è scomparso dalla vista. In pratica, i minuti che precedono e seguono la completa comparsa o il completo tramonto del Sole vanno a sottrarsi a quelli della notte. A questo prolungamento dei minuti di luce contribuisce anche la rifrazione dei raggi solari da parte dell'atmosfera terrestre.

L'equinozio visto dal satellite Meteosat: il terminatore, la linea che separa il dì dalla notte, passa esattamente per i poli. © Meteosat

Perché andiamo verso l'inverno? Mentre ci avviamo verso dicembre, l'emisfero settentrionale risulterà progressivamente sempre più inclinato nella direzione più lontana dal Sole, e riceverà quindi i suoi raggi con un'inclinazione maggiore, creando le condizioni per ombre più lunghe e per le fredde e corte giornate invernali.

Al contrario l'emisfero australe andrà, da oggi in poi, progressivamente inclinandosi in direzione del Sole, ricevendo i suoi raggi su una maggiore superficie e in maniera più diretta: nel sud del mondo, si va verso l'estate.

Questo avviene perché l'alternanza delle stagioni terrestri non dipende dalla vicinanza o dalla lontananza tra la Terra e il Sole - anzi, in estate la Terra raggiunge l'afelio, il punto dell'orbita più lontano dal Sole - ma dall'inclinazione dell'asse terrestre, che si trova a 23°27' rispetto al piano di rivoluzione orbitale intorno al Sole. I raggi solari non ci raggiungono dunque sempre con la stessa angolazione, ma essa varia continuamente.

Perché il 22 settembre, e non il 21? L'apparente discrepanza tra l'inizio "convenzionale" dell'autunno - il 21 settembre - e l'avvio della stagione astronomica ha a che fare con la differenza, reale, tra l'anno tropico (o solare) su cui si basa il calendario gregoriano che usiamo, e l'anno siderale (il periodo orbitale della Terra) che è pari a 365 giorni, 6 ore, 9 minuti e 10 secondi.

Il nostro calendario si ferma a 365 giorni, lasciando fuori, ogni anno, un po' più di sei ore: un ritardo che si ripercuote anche sulle date di equinozi e solstizi e che si recupera, ogni 4 anni, con l'aggiunta di un giorno a febbraio (anno bisestile). Per questo motivo, fino al 2020 l'equinozio di autunno cadrà tra il 23 e il 22 settembre (mentre quello di primavera sarà, fino a quella data, il 20 e non il 21 marzo).

Un serpente piumato di luce sembra strisciare lungo i gradoni della piramide di El Castillo, in Messico, durante un equinozio. © Shutterstock

Come lo si celebra? Tra le varie celebrazioni legate a questo momento dell'anno, le più spettacolari sono state, storicamente, quelle dei Maya, che costruirono la piramide di El Castillo a Chichen Itza (in Messico) in modo che un serpente di luce sembrasse scivolare sui gradoni durante gli equinozi di autunno e primavera. Il guizzo di luce connetteva la testa del serpente piumato alla base della piramide alla coda della divinità in cima alla piramide.

E fuori dalla Terra? Anche gli altri pianeti del Sistema Solare hanno equinozi e solstizi, seppur con alternanze diverse da quelle che sperimentiamo sulla Terra. Su Mercurio, inclinato quasi perpendicolarmente al Sole, è come se l'equinozio si verificasse ogni giorno. Su Marte, l'asse del quale è più inclinato di un grado e mezzo rispetto a quello della Terra, le stagioni sono più simili a quelle terrestri, con la differenza che sul Pianeta Rosso l'inverno dura 154 giorni. Il record va però a Urano: con un asse inclinato di più di 90 gradi, i suoi inverni durano ben 42 anni.

22 settembre 2017 Elisabetta Intini
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