Gli ultimi campioni noti di vaiolo sono al sicuro in due laboratori, in Russia e negli Stati Uniti. La comunità scientifica internazionale e l’Organizzazione Mondiale della Sanità si stanno domandando se eliminarli definitivamente o conservarli. Ma intanto in Congo...(Focus.it, 20 aprile 2011)
Che fare con gli ultimi esemplari di un virus letale che solo nello scorso secolo ha causato la morte di oltre 400 milioni di persone? Distruggerli definitivamente o conservarli perchè "non si sa mai"? La risposta a questa domanda è meno ovvia di quanto a prima vista potrebbe apparire e da oltre 15 anni sta tenendo impegnati gli esperti dell’ Organizzazione Mondiale della Sanità.
Provette letali
Il protagonista di questa storia è il vaiolo, o meglio le ultime provette contenenti il virus che al momento sono conservate, e ben protette, nelle stanze blindate del Centers for Disease Control and Prevention di Atlanta e in un centro sanitario della Siberia.
Completamente debellato alla fine degli anni ‘70 grazie a una capillare campagna di vaccinazione di massa durata un decennio, il vaiolo è stato ufficialmente dichiarato sconfitto dall’OMS nell’inverno del 1979. Da allora le autorità dei paesi in via di sviluppo, in assoluto i più colpiti da questo devastante flagello, premono perchè anche gli ultimi campioni conservati nei laboratori vengano eliminati. Il loro timore è quello di una fuga del virus che potrebbe sfociare in nuove pericolose epidemie.
E in effetti le autorità sanitarie internazionali avevano deciso di procedere con la soppressione del virus già nel 1996. La "condanna" fu sospesa all’ultimo momento su richiesta di molti paesi, Russia e USA in testa, che sostenevano l'opportunità di conservare alcuni esemplari del virus per studiare nuovi vaccini e nuove cure, utili in caso di improvvise recrudescenze della malattia.
All’OMS l’ardua sentenza
L'unica altra malattia ad essere stata ufficialmente debellata dal pianeta è la peste bovina, una specie di morbillo altamente contagioso che colpisce e stermina i ruminanti.
La decisione ufficiale sulla sorte dei campioni di vaiolo è attesa per il prossimo mese di maggio: Russia e Stati Uniti sembrano in realtà propensi a conservare i campioni del virus, ritenendoli indispensabili per la ricerca e per produrre antidoti e medicinali in caso di scellerati attacchi con
armi biologiche base di vaiolo.
Vaccinati è meglio
Lo scorso agosto un team di ricercatori dell’ UCLA ha presentato alla comunità scientifica internazionale gli inquietanti risulatati di uno studio secondo il quale la fine delle vaccinazioni antivaiolose nei paesi africani, ha coinciso con un esponenziale aumento di casi vaiolo delle scimmie, una malattia esotica provocata da un virus del genere Orthopoxvirus, simile al Variola (il virus del vaiolo) e al Vaccinia (il virus utilizzato nel vaccino del vaiolo).
Questa malattia causa gravi eruzioni cutanee, febbre, dolori di testa e, nei casi più gravi, cecità e morte. Al momento non è curabile: a dispetto del nome, si contrae dalle principamente dai roditori e chi ne è colpito può solo sperare di sopravvivere. La più grave epidemia recente si è registrata in Congo nel 1997.
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