Scienze

Ecco lo stato del nostro Pianeta

L’Intergovernmental Panel on Climate Change (IPCC), il gruppo intergovernativo che si occupa dello studio del cambiamento climatico, ha presentato oggi, 27...

L’Intergovernmental Panel on Climate Change (IPCC), il gruppo intergovernativo che si occupa dello studio del cambiamento climatico, ha presentato oggi, 27 settembre 2013, la prima parte del suo nuovo e atteso rapporto sul clima (vedi anticipazioni e qui), concludendo che il riscaldamento globale è principalmente causato dalle attività dell’uomo. Ecco una prima analisi di che cosa dice il rapporto dell'IPCC.

rapporto sui cambiamenti climatici. Il lavoro ha visto il coinvolgimento di 859 scienziati di tutto il mondo ed è stato sottoposto a due fasi di revisione da parte di esperti esterni e da esperti selezionati dai Paesi membri dell’IPCC (569 revisori nella prima fase e 800 nella seconda). Questi scienziati hanno avuto il compito importante di analizzare e valutare oltre 9200 pubblicazioni scientifiche riguardanti le osservazioni degli indicatori climatici, i modelli climatici e le proiezioni climatiche. Davvero difficile a questo punto che vi sia qualcosa di errato nel Rapporto. Da oggi una parte del rapporto (la versione per i decisori politici, 40 pagine circa) è disponibile su
e tutto il rapporto sarà disponibile da lunedì 30 settembre in una forma ancora non finale (circa 2.200 pagine) e poi in forma definitiva da gennaio 2014. I contenuti I contenuti di questo ultimo rapporto IPCC mostrano che l’evidenza scientifica degli effetti antropogenici sul sistema climatico si è andata consolidando negli ultimi anni, in altre parole si può dire che l’azione dell’uomo sul clima è sempre più evidente e chiara. Quello che emerge è una descrizione dei vari aspetti dei cambiamenti climatici più “robusta”, perché basata su: - una più vasta serie di evidenze osservative accompagnata da una migliore analisi delle incertezze insite in queste misure, - un’analisi più approfondita dello stato della conoscenza scientifica dell’effetto delle nuvole, aerosol, radiazioni cosmiche sul sistema climatico e dell’effetto dei monsoni e El Nino/La Nina sui cambiamenti climatici a scala regionale, - un’analisi di un numero maggiore di simulazioni numeriche prodotte da una nuova generazione di modelli climatici più avanzati (Earth System Models) e che sono stati validati sulle osservazioni (sono stati valutati più di 2 milioni di gigabytes di dati ottenuti da queste simulazioni), - un set di proiezioni climatiche sia a breve termine (2016-2035) che a lungo termine (2086-2100). Inoltre per la prima volta questo volume contiene come allegato l’Atlante delle Proiezioni Climatiche Globali e Regionali. I principali risultati È “estremamente probabile” che più della metà dell’aumento osservato della temperatura superficiale dal 1951 al 2010 è stato provocato dall’effetto antropogenico sul clima (emissioni di gas-serra, aerosol e cambi di uso del suolo). Questo ha provocato il riscaldamento degli oceani, la fusione di ghiacci e la riduzione della copertura nevosa, l’innalzamento del livello medio globale marino e modificato alcuni estremi climatici nella seconda metà del XX secolo.

Cambiamento della temperatura superficiale rilevato tra il 1901 e il 2012 Fonte: Climate Change 2013: The Physical Science Basis (IPCC)
Temperatura: Gli ultimi tre decenni sono stati i più caldi dal 1850, quando sono iniziate le misure termometriche a livello globale. L’ultimo decennio è stato il più caldo. In base alle analisi dei record paleoclimatici, il periodo 1983–2012 “probabilmente” è il periodo di 30 anni più caldo degli ultimi 1400 anni. Stimando la tendenza lineare, la temperature media superficiale globale è aumentata di 0,85°C (range tra 0,65 – 1,08°C) nel periodo 1880–2012. La questione della “pausa del riscaldamento globale”: Il segnale della temperatura media globale superficiale presenta una forte variabilità multidecadale e interannuale. Le tendenze su periodi brevi come gli ultimi 15 anni (1998-2012) sono statisticamente non significative e non rappresentano in maniera adeguata le tendenze a lungo termine. Il tasso di riscaldamento in questi anni (1998-2012) è 0,05°C/decennio, ed è minore di quello del periodo 1951-2012 che mostra un riscaldamento di 0,12°C/decennio.

Cambiamento delle precipitazioni atmosferiche sul suolo. Fonte: Climate Change 2013: The Physical Science Basis (IPCC)
Precipitazione: Nelle terre emerse alle medie latitudini la precipitazione è aumentata dal 1901 ed in particolare dal 1951. Mentre nelle altre aree del pianeta i dati di precipitazione non sono sufficienti o non sono disponibili per una valutazione dei cambiamenti a lungo termine. Eventi estremi: Dal 1950 sono stati osservati cambiamenti negli eventi estremi meteorologici e climatici - a livello globale “molto probabilmente” il numero di giorni e notti fredde è diminuito e il numero di giorni e notte calde è aumentato; - in alcune aree del pianeta la frequenza di ondate di calore “probabilmente” è aumentata in vaste aree dell’Europa, Asia e Australia; - ci sono “probabilmente” più terre emerse con un aumento del numero di eventi di intensa precipitazione che con una diminuzione del loro numero. - in Europa e Nord America la frequenza o l’intensità di forte precipitazione è “probabilmente” aumentata. Oceani: È “virtualmente certo” che l’oceano superficiale (0–700 m) si è riscaldato durante gli ultimi decenni del 1971-2010. Nel periodo 1971-2010 il riscaldamento oceanico si manifesta in forma accentuata superando 0.11°C/decennio (tra 0,09 e 0,13) nei primi 75 m. Dopo la pubblicazione del precedente Rapporto varie imprecisioni strumentali nei record della temperatura superficiale sono stati identificati e risolti. È “probabile” che gli oceani tra i 700m e 2000m si sono riscaldati nel periodo 1957-2009. È “probabile” che gli oceani si sono riscaldati anche a profondità oltre i 3000 m dal 1992 al 2005 con valori maggiori nell’emisfero sud. Criosfera: Le calotte glaciali in Groenlandia e Antartide hanno perso massa negli ultimi due decenni.

I ghiacciai si sono ridotti quasi in tutto il pianeta e la diminuzione stagionale estiva della banchisa artica sta aumentando. La calotta glaciale in Groenlandia ha perso massa in maniera più veloce negli ultimi anni: “molto probabilmente“ il tasso medio di diminuzione è aumentato da 34 Gt/anno in 1992-2001 a 215 Gt/anno in 2002-2011 (Gt=Gigatonnellate). Le calotte glaciali in Antartide hanno perso massa negli ultimi due decenni Il tasso di diminuzione della calotta glaciale in Antartide è “probabilmente” aumentato da 30 Gt/anno in 1992-2001 a 147 Gt/anno in 2002-2011. Questa diminuzione è concentrata principalmente nella Penisola Antartica Settentrionale e nel Mare Amundsen nell’Antartide Occidentale. L’estensione annuale media della banchisa artica (ghiaccio marino) è diminuita nel periodo 1979-2012 “molto probabilmente” di 3.5 - 4.1% per decennio (range di 0.45 - 0.51 million km2 per decennio) e “molto probabilmente” di 9.4 - 13.6% per decennio (range di 0.73 1.07 million km2 per decennio) per il minimo estivo. Questa diminuzione è più accentuata in estate, ma è evidente in tutte le stagioni. La copertura nevosa nell’emisfero nord è diminuita da metà del secolo scorso. Nell’emisfero nord nel periodo 1967-2012 il valore medio dell’estensione della copertura nevosa è diminuito di 1,6% per decennio nei mesi di marzo e aprile e di 11,7% per decennio nel mese di giugno. Le temperature del permafrost sono cresciute in molte aree del pianeta fin dagli anni 80.

Andamento del livello dei mari

Andamento del livello dei mari Fonte: Climate Change 2013: The Physical Science Basis (IPCC)
Livello del mare: Il livello globale medio del mare è cresciuto di 0.19 m (0.17 - 0.21 m) nel periodo 1901-2010 (mediante una stima di una tendenza lineare). Basandosi su ricostruzioni paleoclimatiche, è “virtualmente certo” che il tasso di innalzamento del livello globale medio marino ha accelerato negli ultimi due secoli. È “molto probabile” che il tasso medio di innalzamento del livello globale medio marino sia: - 1,7 mm/anno nel periodo 1901-2010 - 3,2 mm/anno nel periodo 1993-2010.

Quantità di anidride carbonica nell'atmosfera Fonte: Climate Change 2013: The Physical Science Basis (IPCC)
Gas serra e aerosol: La concentrazione atmosferica globale di CO2 è aumentata di circa 40% dal 1750. Questo aumento è stato causato dall’uso dei combustibili fossili, dalla deforestazione e da un piccolo contributo della produzione cementifera. Tutte le attuali concentrazioni atmosferica globali di CO2, metano (CH4), protossido di azoto (N2O) sono maggiori delle concentrazioni registrate nei carotaggi di ghiaccio negli ultimi 800.000 anni. Le concentrazioni atmosferiche globali dei gas CO2, CH4, N2O sono cresciute rispettivamente di circa il 40%, 150%, e 20% dal 1750. Dal 1750 al 2011 le emissioni di CO2, provocate dall’uso dei combustibili fossili e dalla produzione cementifera, hanno rilasciato in atmosfera 365 miliardi di tonnellate di carbonio mentre la deforestazione e altri cambi di uso del territorio hanno rilasciato in atmosfera 180 miliardi di tonnellate di carbonio.

Le emissioni cumulative antopogeniche sono 545 miliardi di tonnellate di carbonio Considerando le totali emissioni accumulate antropogeniche dal 1750 al 2011 sono 545 miliardi di tonnellate di carbonio: 240 di queste si sono accumulate nell’atmosfera. 155 negli oceani e 150 negli ecosistemi naturali terrestri. L’assorbimento oceanico della CO2 di origine antropogenica provoca acidificazione oceanica: Il pH marino è diminuito di 0,1 dall’inizio dell’era industriale causando un aumento del 26% nell’acidificazione oceanica.

27 settembre 2013 Luigi Bignami
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