In effetti, le molecole del vetro sono disposte in modo disordinato, proprio come accade nei liquidi: per questo motivo la struttura del vetro è chiamata “amorfa”, anziché cristallina. Però le forze intermolecolari, cioè quelle che sono responsabili dei “movimenti interni” delle molecole, sono paragonabili a quelle di un solido. Ecco perché possiamo continuare a usare il vetro per le finestre, senza timore che si sciolgano. Tuttavia, a temperature elevate le molecole di vetro cominciano effettivamente ad acquistare una certa libertà di movimento e il vetro diventa simile a un liquido molto viscoso (come la resina degli alberi, che scorre molto lentamente). Il vetro non è l’unica sostanza ad avere questa caratteristica: anche le plastiche, per esempio, si trovano in uno stato “vetroso”. In pratica, tutte le sostanze che si trovano in questo stato non hanno un vero e proprio punto di fusione, ma sono sempre più liquide a mano a mano che la temperatura aumenta. Perfino il ghiaccio, che sotto zero è in genere un solido normalissimo, può essere vetroso: basta far raffreddare l’acqua tanto velocemente da non lasciare alle molecole il tempo di disporsi in un reticolo ordinato (cioè secondo la loro naturale struttura cristallina).