E se… la Churyumov-Gerasimenko, la cometa attorno alla quale è arrivata la sonda Rosetta, dovesse cadere sulla Terra che cosa succederebbe?
Prima di divertirci con una simulazione sgombriamo il campo da facili catastrofismi: è un'ipotesi assurda. La cometa ha una propria orbita ben definita che non la porterà mai vicino alla Terra. Inoltre l’azione dell’uomo su di essa non è certamente in grado di muoverla dalla sua rotta.
fantascienza. Quindi giochiamo con la fantasia. Ma fino a un certo punto però. Perché non è da escludere che una cometa più o meno simile alla Churyumov-Gerasimenko sia già partita dalla nube di Oort (il nido delle comete, da dove di tanto in tanto ne parte qualcuna per arrivare vicino al Sole) e fra qualche secolo o qualche millennio possa incrociare proprio con l'orbita della Terra, impattando con essa. Che cosa succederà allora?
PIù LEGGERA DELL’ACQUA. Per ipotizzare quali potrebbero essere le conseguenze partiamo dalla carta d’identità della cometa Churyumov-Gerasimonko: ha un diametro di circa 4 km e per farvi un'idea delle sue dimensioni guardate le elaborazioni in questa pagina.
Immaginiamo poi che abbia una densità di circa 200 kg per metro cubo (i primi dati preliminari ci hanno fornito valori molto contenuti, compresi tra i 100 e i 300 kg per metro cubo). Con queste dimensioni e questa densità c'è chi ipotizza che potrebbe facilmente galleggiare sull’acqua come una gigantesca pietra pomice.
Ipotizziamo ancora che arrivi sulla Terra con un angolo di 45° e con una velocità di 37 km al secondo (la velocità che possiede attualmente) e vada a colpire la terraferma.
Infine ipotizziamo che un osservatore (sfortunato, poi vediamo il perché) si trovi a circa 40 km dal luogo dell’impatto. Quali sarebbero le conseguenze che quella persona potrebbe registrare?
Deep impact. Prima di tutto l’energia che l'impatto sarebbe in grado di sviluppare sarebbe di almeno 1.000 miliardi di tonnellate di tritolo.
Poco prima di colpire la Terra la cometa apparirebbe almeno 180 volte più luminosa del Sole. Il cratere che si verrebbe a formare avrebbe un diametro di 25 km e sarebbe profondo 790 metri. Ciò significa che verrebbero vaporizzati 27 chilometri cubi di rocce. Metà del materiale ricadrebbe nel cratere dando origine a un deposito alto 113 metri. Il resto verrebbe spinto nell'atmosfera e ricadrebbe anche a centinaia di chilometri di distanza.








La terra trema. Se vi fosse un sismometro registrerebbe un terremoto di 8,6 gradi della scala Richter con danni catastrofici di ogni genere. Dopo circa 2 minuti dall’impatto arriverebbe un vento la cui velocità potrebbe raggiungere e oltrepassare i 6.500 km all’ora (i peggiori uragani producono venti attorno ai 350 km all’ora, per farsi un'idea).








Un evento simile può capitare mediamente una volta ogni 5 milioni di anni. La Terra comunque, non subirebbe danni estremi, ossia non vi sarebbe uno spostamento dell’asse terrestre apprezzabile.
Back to the present. Torniamo nella realtà: in queste ore si stanno scegliendo 5 luoghi dove far atterrare la sonda Philae il prossimo novembre (la data al momento è fissata per l’11 novembre, anche se potrebbe slittare di qualche giorno) e entro la fine di settembre si sceglierà il luogo definitivo.





