Scienze

È russo il primo volontario per il trapianto di testa

Il neurochirurgo torinese Sergio Canavero rivela nuovi dettagli sul primo trapianto al mondo di testa previsto per il 2017. Un paziente russo si è offerto volontario, ma la comunità scientifica rimane scettica sulla reale fattibilità di questo intervento.

Sergio Canavero non molla e a sei mesi di distanza dall’annuncio shock nel quale prometteva entro il 2017 il primo trapianto di testa su un essere umano, in un nuovo comunicato fornisce altri dettagli su questo intervento ai confini della scienza.


Canavero, direttore del Gruppo avanzato di Neuromodulazione di Torino, ha già iniziato a formare l’equipe di chirurghi che si avvicenderà durante le 36 ore di sala operatoria previste dal suo progetto. L’intervento, secondo quanto riportato da Discovery News è programmato per dicembre 2017 e verrà effettuato in Cina.


Il volontario. Destinatario del trapianto (a questo punto non è chiaro se di corpo o di testa) sarà Valery Spiridonov, 30enne russo che soffre di atrofia muscolare spinale di tipo I. Questa malattia provoca il deterioramento dei neuroni motori fino alla paralisi muscolare completa. Nei casi più gravi rende impossibile anche deglutizione e respirazione.


«Quando ho capito che potevo partecipare a un progetto così importante non ho avuto più dubbi: ora sono solo impaziente di cominiciare» avrebbe dichiarato Spiridonov all’agenzia di stampa Central European News.

Valery Spiridonv, 30 anni, programmatore. Si è offerto volontario per il primo trapianto di testa. © REUTERS/ Maxim Zimeyev

Fantachirurgia. Ma un intervento del genere è davvero possibile? Secondo il neurochirurgo torinese sì e la procedurea prevista è stata descritta - in modo molto sommario - in un lungo articolo pubblicato su Surgical Neurology International.

Il corpo e la testa del donatore e del ricevente verranno raffreddati per favorire allungare la sopravvivenza dell'uno senza l'altra e viceversa. I due corpi verranno poi decapitati con un taglio molto netto e preciso. I loro colli verranno accostati e la perfusione dovrebbe essere favorita da una sostanza chiamata polietilenglicole, che dovrebbe far fondere i nervi delle due parti.

A questo punto si procederà alla sutura dei vasi sanguigni e dei muscoli. Il paziente verrebbe poi sottosto a una serie di scariche elettriche per favorire la crescita e il rafforzamento delle connessioni nervose e a un coma farmacologico di 3 o 4 settimane per evitare che certi movimenti possano rendere vano l'intervento. A qusto si aggiungerà il normale ricorso a farmaci già sperimentati nei trapianti “normali” per evitare il rigetto e la necessaria riabilitazione.

Il collega cinese. Canavero eseguirà l’intervento con Xiaoping Ren, un neurochirurgo cinese della Harbin Medical University che ha già eseguito trapianti di testa su più di 1.000 topi con interventi della durata di oltre 10 ore. Alcuni degli animali sono sopravvissuti all’intervento, alcuni hanno anche mangiato, bevuto e sono riusciti a vedere. Ma sono morti pochi minuti dopo.

Nei prossimi due anni Ren proverà la tecnica di Canavero su altri topi e anche su scimmie.

«Non è una corsa» ha spiegato Spirinodov alla stampa. «L’intervento verrà eseguito solo quando i medici e gli esperti avranno stimato il 99% di probabilità di successo».

La nostra opinione? Il trapianto di testa non sarà pronto fra due anni, e probabilmente neppure fra 200!

Non funzionerà. La comunità scientifica però è alquanto scettica: se le probabilità di sopravvivere all’intervento sono prossime allo zero, è praticamente escluso che il paziente possa riprendere una vita normale dopo.

Le principali difficoltà tecniche sono far sopravvivere il cervello durante il trasferimento, riconnettere due midolli spezzati in modo che possano comunicare e tenere sotto controllo il rigetto.

Ren spiega che il segreto dell’intervento sarà riuscire a stabilire un sistema di circolazione incrociata tra ricevente e donatore legando tra loro carotidi e giugulari così da non lasciare il cervello senza sangue e preservarne le funzioni.

Ma…e il donatore? Secondo alcuni media il fatto che l’intervento sia programmato in Cina fa supporre che il corpo da trapiantare possa provenire da un prigioniero condannato a morte. Con tutte le implicazioni etiche del caso.


Per gli appassionati di finanza riportiamo anche il costo stimato dell’intervento: circa 11 milioni di euro, pari a quello di 177 trapianti di cuore calcolati secondo le tariffe pubblicate sulla Gazzetta Ufficiale.

Progetto INcredibile, nel senso di non credibile. Come spiega la nostra giornalista ed esperta Margherita Fronte: «Nessuno dei passaggi critici è però mai stato provato sull’uomo; alcuni sono stati tentati su animali, nell’ambito di studi volti a individuare terapie per le lesioni del midollo spinale, ma con risultati del tutto preliminari; altri ancora (come il coma indotto per dar tempo ai nervi di attaccarsi) sono assolutamente fantasiosi. Per questi motivi, al di là delle obiezioni etiche, il progetto non è credibile. Nella scienza è difficile dire che qualcosa non avverrà mai. Si può però affermare con assoluta certezza che il trapianto di testa non sarà pronto fra due anni, e probabilmente neppure fra 200».

17 settembre 2015 Rebecca Mantovani
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