L'astrofisico Giovanni Bignami, noto divulgatore scientifico, è morto oggi a Madrid, colpito da un malore. Era nato 73 anni fa a Desio (MB). Si era laureato in Fisica all'Università di Milano, e aveva inziato immediatamente la ricerca e la carriera universitaria. Nel suo lungo percorso accademico era stato prima docente di Fisica, poi direttore scientifico e presidente dell'Agenzia Spaziale Italiana (ASI) dal 2007 al 2008 e infine dell'INAF, Istituto Nazionale di Astrofisica dal 2011 al 2015.
Era noto per la sua instancabile attività di divulgatore scientifico: ha scritto numerosi libri, collaborava con diverse riviste e la sua partecipazione alle trasmissioni di Piero Angela erano una costante di anno in anno.
Nel 2006 era stato insignito della Legione d'Onore per meriti scientifici; dieci anni dopo il Presidente della Repubblica lo aveva nominato Ufficiale dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana.
La sua eredità scientifica si concentra soprattutto nello studio dell'Universo ai raggi X e con i radiotelescopi: era stato “Principal Investigator” di uno degli strumenti del telescopio spaziale dell'ESA XMM-Newton e di recente faceva parte del board di SKA (Square Kilometre Array) un progetto internazionale il cui obiettivo è costruire il più grande radiotelescopio in due siti, Australia e Sudafrica.
Geminga, la stella che non c'è. Era noto anche per le sue lunghe ricerche su Geminga, la prima stella di neutroni senza emissione radio a cui ha dato il nome (la stella che non c'è, in milanese), e gli era stato dedicato l’asteroide 6852 Nannibignami scoperto nel 1985.
Di particolare importanza è stata la sua capacità di dirigere la ricerca scientifica in modo da incentivare il trasferimento tecnologico dei risultati
Durante il suo servizio in ASI, Bignami ha supportato e creato organi dedicati al trasferimento tecnologico della ricerca spaziale. Due sono stati i programmi in ASI che hanno generato la maggior ricaduta tecnologica sulle aziende italiane: il programma di piccole missioni scientifiche (come la missione AGILE che si è svolta sotto la sua presidenza) e lo studio, in collaborazione con Carlo Rubbia di un nuovo tipo di propulsione. In entrambi i casi, nuovi brevetti sono stati ottenuti da aziende italiane e da ASI stessa.