A differenza delle numerose prove che si sono fatte nell'ultimo anno, in questa prova c'è stata la novità metodologica sulle misure condotte per stabilire, senza equivoci, l'energia termica prodotta dall'apparato E-Cat.
Le misure calorimetriche nei precedenti test erano basate sulla differenza di temperatura (ΔΤ, "delta t") dell'acqua in entrata e in uscita dal "cuore" del reattore (circuito primario), e in certi casi questo ha costituito oggetto di discussioni sull'esatta quantità di energia in eccesso prodotta dal reattore.
Infatti, se la temperatura dell'acqua in uscita non supera i 100 gradi centigradi (temperatura di ebolizione), il calcolo dell'energia, o della potenza, ottenuta risulta facile e inconfutabile. Invece se in uscita la temperatura supera i 100 gradi centigradi il calcolo dell'energia o della potenza, oltre a diventare più complicato, risulta discutibile, poiché la sua esattezza dipende dalla qualità del vapore in uscita (secco o umido?).
Per ovviare a questo inconveniente, Rossi ha adottato un sistema di misure indirette su un circuito secondario aperto, che tramite un comune scambiatore di calore risulterebbero più esatte regolando il flusso dell'acqua in entrata, per ottenere un ΔΤ molto basso della temperatura (entrata/uscita, in/out) in modo da non superare il limite in uscita dei 100 gradi centigradi (vedi la rappresentazione schematica del circuito).
Il circuito primario che scambia energia termica con il secondario, in seguito espulsa tramite il flusso d'acqua della rete idrica, è stato attivato alle ore 11:52:01, come risulta dalla tabella qui a lato [dati raccolti da Mats Lewan], nella quale vengono riportate inoltre altre variazioni durante la prova (alimentazione elettrica, condizione di auto-sostentamento dell'E-Cat, spegnimento tramite mancata erogazione di idrogeno eccetera).
Il problema che si pone ora è se tutta l'energia prodotta dal reattore viene trasferita totalmente dal circuito primario al secondario e quindi misurata effettivamente, salvo ovviamente una certa percentuale che si disperderebbe dai tubi di collegamento tra l'E-Cat e lo scambiatore.
Il grafico rassicura che le perdite non sembrano avere una rilevanza significativa. Infatti, l'acqua di ritorno dallo scambiatore [vedi IN °C nell'ingrandimento della prima delle due immagini] si mantiene a una temperatura in media costante attorno ai 24 °C, che significa che l'energia termica prodotta o immessa nel primario (funzione entalpica di ΔΤ) viene trasferita quasi integralmente nel secondario.
Regolando opportunamente la portata d'acqua in quest'ultimo circuito si possono ottenere dei ΔΤ entro la prima decina di gradi centigradi, che permettono il calcolo del rendimento della macchina in kWh/h dal calcolo dell'integrale calorimetrico, considerando: flusso costante dell'acqua e durata temporale delle misure.
La tabella e il relativo grafico [qui a lato] riguardano solo il circuito secondario aperto e le valutazioni che ne derivano, come già constatato, rispecchiano il rendimento effettivo dell'E-Cat.
Nel grafico sono segnalati dei punti significativi, come quello nel quale si forniva energia elettrica durante la prova, in seguito interrotta a intervalli (per risparmiare energia in entrata a regime del sistema); il punto in cui l'alimentazione elettrica è stata interrotta definitivamente per proseguire in regime di auto-sostentamento; il punto in cui è cessata l'alimentazione di idrogeno all'E-Cat.
Mi convinco sempre di più che prove di questo genere servono a incrementare la sensazione pubblica che stiamo definitivamente uscendo dal medio evo energetico!
VALUTAZIONI La novità metodologica sulle misure condotte per stabilire l'energia termica prodotta dall'apparato E-Cat risulta scientificamente più corretta e il rapporto di Mats Lewan (NyTeknik), più attendibile.
Un più prolungato funzionamento dell'E-cat in regime di auto sostentamento migliorerebbe notevolmente il rendimento della macchina (potenza in/potenza out).
Un isolamento termico più efficiente permetterebbe un sicuro e stabile funzionamento auto-sostenuto.
La pressione a volume costante nel circuito primario, come pure la portata del fluido (acqua) che in esso circola, permetterebbero la valutazione stazionaria dell'energia (potenza) prodotta e quindi la possibilità di calcolare il rendimento dello scambiatore.
Il collegamento in serie degli E-Cat (almeno in coppia), in ambiente termicamente isolato, credo che avrebbe favorito l'auto-sostentamento.
In conclusione, e a prescindere dalle valutazioni in riferimento alla specifica prova, vorrei fare una considerazione di carattere generale: tutte le innovazioni scientifiche, specie quelle di questa portata, stentano per vari motivi a decollare e perfezionarsi. Mi convinco sempre di più che prove di questo genere servono a incrementare la sensazione pubblica che stiamo definitivamente uscendo dal medio evo energetico!