Scienze

E-Cat e fusione fredda: Focus.it intervista il Nobel per la Fisica Brian Josephson

Brian Josephson, Premio Nobel per la Fisica, parla a Focus.it dell'E-Cat, della fusione fredda e degli scenari che si possono aprire per l'umanità. Se l'invenzione del signor Rossi funziona.

La recente presentazione dell'E-Cat, il catalizzatore di energia di Andrea Rossi e Sergio Focardi ha riacceso il dibattito ormai più che ventennale sulla fusione fredda. Funziona? È una bufala, un'illusione? Il mondo accademico è diviso, e c'è perplessità anche in quella parte del mondo scientifico che non considera "pura fantasia" la fusione fredda: perché Rossi rifiuta di divulgare i dettagli del suo E-Cat "fino alla concessione del brevetto internazionale", afferma. In questo modo però nessuno può spiegare come funziona la sua "scatola nera" e dissipare tutti i dubbi...
Il professor Brian Josephson, Nobel per la Fisica nel 1973, interviene a favore dell'E-Cat in un colloquio con collega Judith Driscoll (docente di Scienza dei Materiali all'Università di Cambridge). Vi proponiamo la traduzione integrale del video e, qui, un'intervista che il professor Josephson ha rilasciato in esclusiva a Focus.it per approfondire l'argomento.

Focus: Professor Josephson, lei sostiene che non ha nessuna importanza quello che c'è nella "scatola nera" dell'E-Cat, quello che conta è che si ottengano certi risultati. Molti scienziati però pensano che Rossi tenga coperta la sua camera di reazione perché è tutto un imbroglio, e cercano di immaginare i "trucchi" che potrebbe nascondere, come una batteria che fornisca di nascosto energia in più o un qualche altro sistema che possa fare credere anche agli spettatori più esperti che sta producendo una certa quantità di energia mentre ne produce molta meno. Finora non c'è test che abbia dimostrato senza ombra di dubbio l'autenticità dell'E-Cat. Come mai?
Brian Josephson: È vero che in linea di principio Rossi potrebbe barare, quindi non possiamo dire con certezza che l'E-Cat funziona. È anche vero che in teoria dovrebbe essere possibile progettare esperimenti che ci tolgano ogni dubbio, o almeno che ci diano una maggiore sicurezza, ad esempio utilizzando il vapore in uscita per scaldare dell'acqua. Sfortunatamente Rossi non sembra intenzionato a permettere altri test. Alcuni interpretano con sospetto le sue reticenze, io invece penso che non si fidi degli scienziati e che voglia solo andare avanti con lo sviluppo del suo progetto. Ad ogni modo, entro la fine dell'anno sarà tutto molto più chiaro.

F: Perché è così difficile ottenere un brevetto internazionale per l'E-Cat?
BJ: Perché tutti "sanno" che la fusione fredda è "il fiasco del secolo", tutti "sanno" che è solo un'illusione: proprio come tutti "sapevano" che i continenti non potevano muoversi e ignorarono le prove di Wegener, o come era "ovvio" che l'ulcera fosse provocata dallo stress e non da un batterio (come invece oggi sappiamo che accade).

F: In una discussione sull'E-Cat con Judith Driscoll (vedi il video) lei parla di un test nel quale si è ottenuto un aumento di temperatura di 5 °C. Che cosa si può fare con 5 gradi? Non sembra molto...
BJ: Il test ha dimostrato che si può ottenere un certo fenomeno. In alcuni esperimenti l'aumento di temperatura è stato intenzionalmente limitato per evitare i problemi che si possono verificare in caso di produzione di vapore.

F: Che tipo di problemi?
BJ: L'energia termica del vapore dipende dalla quantità d'acqua che contiene: una certa massa di vapore secco contiene molta più energia termica della stessa massa di acqua bollente. In presenza di vapore può essere difficile sapere con precisione quanta energia viene generata e in alcuni test è stato evitato proprio per questa ragione. Le applicazioni pratiche non si limiteranno ad aumenti di temperatura così piccoli.

F: Lei afferma che il dispositivo di Rossi non può auto-alimentarsi con l'energia che produce perché ha bisogno di una quantità di energia stabile e molto precisa. È possibile rendere stabile il sistema, in modo che non abbia bisogno di un continuo apporto di energia? In che modo? Crede che sia conveniente?
BJ: Questo dovrà chiederlo a Rossi... Ma di certo ci saranno diverse scale di semplicità e convenienza economica a seconda della destinazione del generatore: per una grande centrale forse potrebbe valerne la pena; ma già per fornire energia, ad esempio, ai trasporti pubblici di una città, ne basterebbe uno più piccolo. Inoltre bisogna tenere presente, come Rossi ha sottolineato, che le unità domestiche [una specie di piccola centrale elettrica da tenere in casa!] verranno maneggiate da persone senza alcuna conoscenza scientifica, quindi ci sarà bisogno di maggiori misure di sicurezza.

F: Che cosa cambierebbe se questa tecnologia dovesse avere successo? Alcuni scienziati pensano che stravolgerà gli scenari economici e politici del pianeta, ma cosa vuol dire in pratica, cosa cambia per le persone comuni?
BJ: Ammesso che il processo funzioni... Vuol dire per esempio che non dovremo subire i due gradi di aumento della temperatura del pianeta: non ci saranno altri problemi di riscaldamento globale, perché una volta che questa fonte di energia sarà largamente disponibile non avremo praticamente più bisogno di combustibili fossili. E data una sorgente inesauribile di energia a basso costo, diverranno possibili cose che al momento non sono nemmeno pensabili. Jed Rothwell ha scritto in proposito un libro che si può scaricare da internet.

F: Cosa diventerà possibile? Ad esempio, che passi in avanti possiamo aspettarci per quanto riguarda i viaggi spaziali?
BJ: Anche la NASA si pone la stessa domanda... ma a a meno che non impariamo a viaggiare più veloce della luce, le stelle resteranno fuori dalla nostra portata!

21 luglio 2011 Irene Zreick
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