La storia inizia nel 1997, quando il paleontologo Robert Denton scoprì in prossimità del fiume Zumi, nel New Mexico, alcune ossa di quel che sembrava essere un dinosauro, senza però riuscire a indentificarne la specie. L’anno dopo fu l'allora sedicenne Sterling Nesbitt a trovare altri reperti, nel corso di una campagna di scavi condotta dal paleontologo Douglas Wolfe: anche in quell'occasione nessuno seppe identificare il dinosauro, e le ossa furono repertate, archiviate e dimenticate.
Nesbitt, che col tempo aveva trasformato la sua passione per i dinosauri in una professione, diventando paleontologo alla Virginia Tech (Usa), non aveva però dimenticato la sua scoperta, e nel 2006 avviò sui reperti una serie di analisi con avanzate tecnologie e tutte le conoscenze accumulate sul tema dal '97 in poi. Infine, la conclusione, di quelle che farebbero la felicità di qualunque ricercatore: le ossa non appartenevano a dinosauri noti, ma a una specie del tutto nuova.
Con il consenso della comunità Zumi, Nesbitt battezzò la nuova specie Suskityrannus, da susky, che nella lingua nativa significa coyote: ed ecco il Suskityrannus hazelae, una nuova specie di tirannosauro carnivoro
Nesbitt, che ha pubblicato la ricerca su Nature Ecology and Evolution, ritiene che «il nuovo dinosauro suggerisce un legame tra i più vecchi e piccoli tirannosauroidi del Nord America e della Cina, e permette di comprendere meglio l’evoluzione dei dinosauri appena prima che conquistassero il Pianeta».
Piccolo e pericoloso. Il Suskityrannus hazelae era piccolo e visse circa 92 milioni di anni fa, perciò prima del Tyrannosaurus rex. In base alle caratteristiche delle ossa si è fatta una ricostruzione delle sue sembianze: era alto più o meno un metro e lungo circa tre metri, e si ritiene che pesasse tra 20 e 40 chilogrammi, niente in confronto alle 9 tonnellate di un T. rex adulto. Il cranio era molto più affusolato rispetto a quello del suo gigantesco parente, e le zampe posteriori erano molto sottili: nonostante non vi siano reperti fossili delle zampe anteriori, la struttura dell'animale fa pensare che fossero dei “braccini”, molto simili a quelli dei T. rex. Le similitudini col gigantesco dominatore del Pianeta dei Dinosauri permetteranno probabilmente di comprendere meglio come si siano evoluti questi animali, alla vigilia della conquista della Terra.