Scienze

"Diaspora" all'assalto di Facebook: un social network open source ed attento alla privacy

Diaspora sfiderà Facebook.

Ogni tanto capita che un pretendente al trono riesca a scalzare, partendo da zero, il re di un mercato. E’ sicuramente riuscito a Facebook contro MySpace, ma ritengo che con il passare del tempo diventi progressivamente più complesso turbare uno status quo che coinvolge ben mezzo miliardo di utenti. Ma i ragazzi che stanno sviluppando Diaspora sono fermamente intenzionati a provarci: quattro universitari di New York pronti a trasformare il loro astio nei confronti della creatura di Mark Zuckerberg in un impulso creativo.

Sono anni ed anni che sono iscritto a Facebook. Come tanti old timers posso testimoniare quanto sia difficile elaborare l’interfaccia di un social network proprio grazie all'evoluzione continua di quest'ultimo. Gli errori compiuti dagli sviluppatori sono stati innumerevoli, anzi, si potrebbe dire che il lavoro tutt’ora stia andando alla cieca, dato che il feedback degli utenti (perennemente insoddisfatti e automaticamente ostili verso qualsiasi novità) non è affatto utile.E’ per questo che sono curioso di vedere cosa riescono ad inventarsi quattro ragazzi: il loro obiettivo è un sito più intuitivo e capace di gestire in modo efficace la privacy degli utenti. I quali, secondo il Team Diaspora, dovrebbero poter decidere senza quasi accorgersene se i contenuti che stanno per pubblicare dovranno essere diffusi diffusi presso i compagni di grappe, i colleghi dell’ufficio o entrambi i gruppi. E’ un problema di interfaccia serio: nessuno spenderebbe il proprio tempo su un social network complesso e protetto come una Cortina di Ferro, ma d’altro canto l’unica apertura in un mercato tanto dominato da Facebook è quella che passa per le critiche sulla privacy. Queste considerazioni hanno spinto in fondo alla fila tanti stimoli che fanno andare in brodo di giuggiole un giovane programmatore: un'API elegante, i plugin... Il vero codice, insomma. Ma per fare un social network serve la migliore interfaccia possibile, il resto giocoforza passa in secondo piano.Ce la faranno degli studenti con 200.000 dollari ottenuti dai loro supporter online a scalzare Golia? Ho i miei dubbi, ma gli auguro ogni bene.

1 settembre 2010
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