Dopo quasi un anno e mezzo dall’inizio delle sue operazioni il satellite dell’Esa (Agenzia Spaziale Europea) Cryosat ha permesso di ottenere la prima mappa della variazione dello spessore dei ghiacci artici di un intera stagione invernale. Nel giugno del 2011 vennero mostrate al pubblico le variazioni di spessore dei ghiacci di gennaio e febbraio di quell’anno. Ora la variazione riguarda l’intera stagione invernale 2010-2011. E’ la prima mappa del genere con una simile risoluzione mai ottenuta prima d’ora.
Per ottenere tale carta il satellite ha utilizzato una tecnica di per sé molto semplice, ma che per ottenere risultati di elevata precisione deve essere molto precisa e sofisticata. Si tratta di inviare segnali radar sulla superficie del ghiaccio e misurare il tempo di andata e ritorno di questi ultimi. Conoscendo alla perfezione la posizione del satellite è possibile stabilire la quota del ghiaccio polare. Generalmente il ghiaccio invernale ha uno spessore non inferiore ai 2,5 m. Ora sarà interessante verificare come sarà lo spessore nei prossimi anni per verificare se rimarrà costante o se tenderà a diminuire. Al momento si può sostenere che la tecnica messa a punto è estremamente precisa.
Ma nel frattempo c’è un altro dato che proviene da un’altra fonte, il National Snow & Ice Data Center, che è del tutto inaspettata. Negli ultimi giorni infatti l’estensione (qui si parla di estensione e non di spessore) dei ghiacci del Polo Nord ha raggiunto un valore simile a quello della media di riferimento tra il 1979
e il 2000. Nel grafico qui a fianco infatti, si può osservare come i ghiacci del Polo Nord durante i mesi di gennaio e febbraio 2012 avessero raggiunto la minima estensione invernale di tutti i tempi (almeno da quando si raccolgono i dati) e questo faceva supporre che con l’arrivo della primavera la riduzione sarebbe stata drastica. Ed invece, correnti atmosferiche fredde hanno fatto crescere l’estensione dei ghiacci fino a raggiungere la media del ventennio di riferimento.
già scrivemmo della crescita in atto, ma certo nessuno si aspettava il raggiungimento dei livelli di questi giorni. Insomma una boccata d’aria per i ghiacci polari, la cui riduzione è il segno più evidente del riscaldamento globale del pianeta.
Sarà interessante osservare cosa succederà nei prossimi mesi e verificare se la prossimo estate sarà così caldo da far ritornare i ghiacci ben sotto alla media come è successo l’anno scorso oppure se l’estensione raggiunta in questi giorni primaverili sarà sufficiente a rallentare la loro riduzione.