Nell’Universo che conosciamo esistono circa un centinaio di elementi, i quali, unendosi tra loro hanno dato origine a tutto ciò che cade sotto i nostri sensi, ossia la materia ordinaria. Alcuni di questi elementi, come l’idrogeno e l’elio, si formarono fin dall’inizio dei tempi, altri si sono formati successivamente. Le loro fornaci sono le stelle, quando implodono o esplodono. Tutto ciò lo sappiamo con certezza, ma per capire perché certi elementi sono più abbondanti di altri e per comprendere a fondo i meccanismi che li originano, si stanno realizzando ricerche in laboratori molto complessi.
L’ESPERIMENTO LUNA. Tra questi ci sono i Laboratori Nazionali del Gran Sasso, dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare, dove al loro interno si sta realizzando l’esperimento LUNA (Laboratory for Underground Nuclear Astrophysics), un acceleratore di particelle unico al mondo: è installato in un laboratorio sotterraneo, nel cuore di una montagna, ben riparato dai raggi cosmici. E qui, nelle ultime settimane, si è osservata una rara reazione nucleare che si produce nelle stelle giganti rosse, un tipo di stella verso la quale evolverà anche il nostro Sole.
I ricercatori italiani sono riusciti a produrre il sodio così come si forma all’interno di tali stelle. La ricerca è stata pubblicata si Physical Review Letters. I ricercatori sono riusciti a ricreare le energie delle reazioni nucleari che si formano nel cuore delle stelle non solo dei nostri giorni, ma anche di quelle che nacquero dopo poche centinaia di milioni di anni dal Big Bang.
Spiega Paolo Prati, uno degli scienziati coinvolti nell'esperimento: «Questo risultato è un’importante tessera del puzzle cosmico sull’origine degli elementi che l’esperimento studia da 25 anni. Le stelle producono energia e nel contempo assemblano gli atomi tramite una complessa rete di reazioni nucleari. Pochissime tra queste reazioni sono state studiate nelle condizioni in cui avvengono all'interno delle stelle, e tra questi pochi risultati molti sono quelli ottenuti con questo acceleratore».
Un passo fondamentale dunque, per capire come si sono formati gli atomi di cui è composto l’intero Universo sensibile ai nostri strumenti e non ultimo noi uomini.