È la narcosi da azoto, una sindrome che colpisce i sommozzatori, quando la pressione parziale di questo gas nel sangue aumenta oltre un limite individuale. La gravità dei sintomi dipende da fattori quali profondità (è meglio evitare di scendere oltre i 40 metri), durata dell’immersione e della risalita in superficie, mancanza di allenamento, distribuzione del grasso corporeo, ma anche struttura psicologica dell’individuo.
Sempre più giù. Il gas, attraverso i tessuti, raggiunge il sistema nervoso centrale, altera l’attività elettrica di membrana delle cellule e rallenta la trasmissione neurale. Il primo effetto è lo stordimento, seguito da disorientamento, poi da euforia (da qui il nome di ebbrezza dei grandi fondali), che induce a comportamenti irrazionali quali il rifiuto del respiratore o il desiderio di scendere a maggiore profondità. Per ovviare al problema esistono bombole con miscele arricchite di elio od ossigeno.