La nostra pelle non è liscia come quella dei delfini, ma è relativamente priva di peli: ma cos'è che ha fatto sì che i moderni sapiens perdessero la pelliccia? Per scoprirlo, un gruppo di ricercatori ha confrontato i codici genetici di 62 specie animali, con e senza peli. I risultati, pubblicati su eLife, rivelano che i "geni del pelo" sono ancora presenti in noi, ma sono stati disattivati dall'evoluzione: saperlo potrebbe aiutarci in futuro a scovare nuovi modi per curare la calvizie o far ricrescere i capelli a chi li ha persi dopo la chemioterapia.
I vantaggi di una vita senza peli. Gli umani non sono i soli mammiferi a essere (quasi) senza peli: i delfini, con la loro pelle liscia e scivolosa, nuotano veloci senza attrito nell'acqua; gli elefanti hanno pochissimi peli (a differenza dei loro antenati mammut) e riescono così a raffreddarsi più facilmente vivendo in luoghi caldi. Anche noi umani abbiamo perso la pelliccia per stare più freschi: questo cambiamento evolutivo ha permesso ai nostri antenati di spostarsi dall'ambiente umido e ombreggiato delle foreste a quello secco e caldo della savana, colonizzando nuove aree.
Geni mutati. Tutti gli animali senza peli analizzati nello studio hanno accumulato diverse mutazioni in molti degli stessi geni, tra cui quelli che codificano la cheratina e altri elementi che facilitano la crescita dei peli. I risultati hanno evidenziato inoltre che le regioni regolatorie (o promotori) dei geni hanno un ruolo altrettanto importante, e influenzano indirettamente la crescita dei peli decidendo quanto, dove e quando attivare un certo gene.
Presenti ma silenti. «La pressione evolutiva verso la perdita dei peli ha fatto sì che i geni che ne codificavano la crescita perdessero di importanza», spiega Nathan Clark, uno degli autori. Negli animali senza pelliccia questi geni si sono quindi evoluti a un tasso più rapido rispetto a quanto sia avvenuto nei mammiferi pelosi: tuttavia «alcune alterazioni genetiche potrebbero essere responsabili della perdita di peli, altre potrebbero essere solo danni collaterali dovuti allo stop alla crescita dei peli», specifica Clark.
Ora i ricercatori stanno utilizzando lo stesso approccio per definire le regioni genetiche coinvolte nella prevenzione del cancro, nel prolungamento della vita o in altri aspetti della nostra salute: «È un modo per determinare i meccanismi genetici globali che sottostanno a diverse caratteristiche», conclude Clark.