I “promoted tweets”, introdotti lo scorso aprile in via sperimentale, sono dei normali “cinguetii” che compaiono in cima alla pagina dei risultati delle ricerche in Twitter. E, dati alla mano, costano davvero un botto.
“La pubblicità su Twitter costa un botto: 100.000 dollari”
Costosi cinguetii - Dopo qualche mese di rodaggio, Twitter passa alla seconda fare del progetto “promoted tweet”, ossia quello della “monetizzazione”. L’obiettivo dichiarato è consentire agli inserzionisti paganti di aumentare il loro seguito di follower e, di conseguenza, la visibilità del loro brand e dei loro nuovi prodotti sul mercato. Quanto costa far comparire i propri cinguettii in cima ai risultati delle ricerche sul social? Un botto: 100.000 dollari. Non proprio un investimenti per comuni aziende quanto piuttosto per brand abituate a spendere simili cifre per campagne di marketing come, per esempio, Coca Cola o Red Bull.
Social che conquista - I “promoted tweets” sembrano avere un CTR (click through rate) superiore, ossia un numero maggiore di persone che cliccano sul link della pubblicità rispetto alla stragrande maggioranza dei siti web. Un tweet “sponsorizzato”, seppure ben riconoscibile tra risultati di ricerca, è un normale tweet a cui è possibile rispondere e ritwittare e sarà forse per questo motivo per cui gli utenti non lo considerano alla stessa stregua di un invadente banner pubblicitario. La prossima mossa di Twitter, a questo punto, è quella di estendere la propria visibilità oltre i confini del suo social invadendo anche i client di Twitter come TweetDeck e HootSuite.