Si parla di “muro del suono” perché la resistenza dell’aria aumenta sempre di più con l’aumentare della velocità dell’aereo, e diventa elevatissima (quasi una barriera fisica) quando la velocità si approssima a Mach 1 (1200 km/h al livello del mare, 1050 km/h a 1100 metri di quota): in quel momento le molecole d’aria non fanno più in tempo a spostarsi per lasciare spazio all’aereo e vengono urtate, provocando il famoso fenomeno del “bang” sonico.
Silenzio supersonico. Il primo uomo che superò il muro del suono fu il generale americano Chuck Yeager, su un X-1, il 14 ottobre 1947. Yeager descrisse così la sua esperienza: «A un certo punto l’ago del machmetro cominciò a oscillare: salì a 0,965 e di colpo superò il limite. Ma tutto era così tranquillo che mia nonna avrebbe potuto sedersi accanto a me a sorseggiare una limonata». Due anni fa Leonard Weinstein, della Nasa, fotografò l’onda d’urto sfruttando il diverso modo in cui la luce attraversa gli strati d’aria a seconda della loro densità.