Se una cometa o un asteroide del diametro di una decina di chilometri fosse in rotta di collisione con la Terra e ci dovesse colpire tra sei mesi... potremmo riuscire a salvarci! È quanto si apprende da una ricerca della UC Santa Barbara (USA), Don't Forget To Look Up (non dimenticare di guardare in alto), titolo che richiama il film di fantascienza Don't Look Up (2021), diretto da Adam McKay: lo studio aveva lo scopo di capire se, nel caso in cui la nostra esistenza sulla Terra fosse minacciata dall'impatto di un corpo celeste, saremmo in grado di salvarci.
Per chi non l'avesse visto, il film è in realtà un'allegoria di quanto (non) stiamo facendo in risposta ai cambiamenti climatici. La trama (senza spoiler) è la seguente: dopo aver scoperto che di lì a sei mesi una cometa si schianterà sulla Terra, due astronomi statunitensi iniziano una corsa contro il tempo per salvare l'umanità, cercando di far comprendere ai politici e alla gente la gravità della situazione.
Come i dinosauri. «Secondo i nostri calcoli sarebbe possibile salvarci», afferma Philip Lubin, uno degli autori dello studio. Per farlo non potremmo però limitarci a deviare la traiettoria dell'asteroide cecchino dato che non ci sarebbe abbastanza tempo. Bisognerebbe invece distruggerlo: una minaccia del genere, spiegano gli studiosi, lanciata a 40 km al secondo verso il nostro Pianeta, avrebbe un impatto di circa 300.000 miliardi di tonnellate di tritolo e sprigionerebbe un'energia 40.000 volte superiore a quella dell'intero arsenale nucleare mondiale. Un evento simile sarebbe paragonabile solo a quello dell'asteroide di Chicxulub, che 66 milioni di anni fa causò l'estinzione dei dinosauri e di buona parte della vita sulla Terra.
Frantumazione nucleare. Secondo i ricercatori, per evitare la catastrofe bisognerebbe mettere insieme il 10 per cento dell'arsenale nucleare mondiale e spedirlo nello spazio all'interno di un super razzo, come la Starship di SpaceX o lo Space Launch System della NASA. Nel razzo verrebbero inseriti circa mille proiettili penetratori armati con piccoli dispositivi nucleari che, un mese prima dell'impatto, andrebbero a conficcarsi nell'asteroide facendolo esplodere in cerchi concentrici dall'esterno verso l'interno.
agire in fretta. Il lancio dovrebbe avvenire nell'arco di un mese dalla scoperta dell'oggetto killer (quindi cinque mesi prima dello schianto). «L'idea è ragionevole, ma non so se avremmo abbastanza tempo per metterla in atto», commenta Detlef Koschny, dell'ESA: «dovremmo riuscire a riunire in un razzo tutti i dispositivi nucleari necessari in appena quattro settimane: non vedo come sia possibile.
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La buona notizia è che, almeno per ora, pare che non dovremo preoccuparci di salvare il Pianeta da asteroidi o comete: «Non c'è nulla di cui preoccuparsi almeno per i prossimi cento anni», sottolinea Áine O'Brien, dell'Università di Glasgow. Le minacce, insomma, sono per ora tutte sulla Terra.