Se lanciata senza guidatore, la bicicletta curva, si piega e si raddrizza, continuando però a marciare, finché l’attrito non ferma la sua corsa: è, insomma, una macchina capace di auto stabilizzarsi. A determinare il fenomeno concorrono la geometria della bicicletta, la sua massa, il meccanismo dello sterzo e molti altri parametri.
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Forcella e ruota anteriore
Si calcola che ben 25 variabili entrino in gioco, anche se le più importanti sono solo due: l’inclinazione della forcella, che determina la facilità con cui la bici può auto stabilizzarsi (più è inclinata, più è stabile), e l’effetto giroscopico della ruota anteriore. Quest’ultimo, descritto già nel 1910 da due matematici tedeschi, è lo stesso fenomeno fisico che tiene perpendicolare al terreno l’asse di una trottola, e tende a stabilizzare la ruota attorno alla posizione verticale.
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Il mistero continua
Quanto detto non chiarisce però del tutto il fenomeno. Infatti, sebbene i parametri individuati siano certamente importanti, biciclette sperimentali, in cui l’inclinazione della forcella e l’effetto giroscopico sono stati resi quasi nulli, continuano a camminare da sole anche per parecchi metri. E nessuno sa perché.
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