Un team di ricercatori del Max Planck Institute for Evolutionary Anthropology di Lipsia (l'istituto di ricerca tedesco fondato e diretto da Svante Pääbo, fresco vincitore del premio Nobel per la Fisiologia) ha condotto uno studio sulle affinità genetiche di un gruppo di Neanderthal, cercando le tracce di legami familiari, e ha ricostruito così i rapporti all'interno di una piccola comunità di questi ominini vissuta in Siberia. Il lavoro, che era stato anticipato in un simposio di archeologia nel 2021, è stato ora pubblicato su Nature.
Ricostruzione. Vale la pena ricordare che il primo sequenziamento di un DNA Neanderthal è del 2010 e da allora, la paziente ricostruzione del genoma di questi "cugini" dei sapiens (il lavoro che è valso il recente Nobel) ha permesso di sbirciare in alcuni frangenti della loro vita prima dell'estinzione. Ma al di là di quello che facevano durante il giorno, come vivevano, i Neanderthal? Qual era la composizione tipica della loro società, e com'era organizzata la loro struttura familiare?
Dove cercare. Il team guidato da Laurits Skov ha lavorato su resti di Neanderthal rinvenuti nelle caverne di Chagyrskaya e Okladnikov, a un centinaio di km dalla Grotta di Denisova, famosa per la scoperta dell'altra specie di ominine – l'Uomo di Denisova – che si sa aver interagito con la nostra specie. Questa zona della Siberia è ricca di tracce di una convivenza tra Neanderthal e Denisoviani durata centinaia di migliaia di anni: le due specie si frequentavano e incrociavano liberamente, come dimostra il recente ritrovamento dei frammenti ossei di una bambina con madre Neanderthal e padre denisoviano.
Moltissime tracce. Diversi gruppi di Neanderthal abitarono brevemente nelle due grotte attorno a 54.000 anni fa, lasciando abbondanti segni del loro passaggio. In 14 anni di scavi, gli archeologi dell'Accademia Russa delle Scienze hanno riportato alla luce centinaia di migliaia di ossa animali e utensili in pietra nonché più di 80 frammenti di ossa e denti di Neanderthal, mettendo insieme uno dei più ricchi depositi di fossili di ominini al mondo.
I Neanderthal di Chagyrskaya e Okladnikov cacciavano gli stambecchi, i cavalli e i bisonti nelle valli fluviali ai piedi delle caverne e raccoglievano la pietra grezza per i loro strumenti in località distanti decine di chilometri. Interagivano spesso tra loro ed erano geneticamente più affini ai Neanderthal europei che non ai gruppi di Neanderthal che abitavano tra i Monti Altai (in Siberia) 120.000 anni fa.


Padre e figlia. I 17 resti analizzati appartenevano a 13 persone: 7 maschi e 6 femmine, 8 dei quali erano adulti e 5 erano bambini o ragazzi della prima adolescenza. Le parentele tra queste persone sono state ricostruite sfruttando l'eteroplasmia, la coesistenza di più varianti di DNA mitocondriale in una stessa cellula, una caratteristica genetica molto ben riconoscibile che persiste soltanto per un numero limitato di generazioni. Gli scienziati hanno trovato diversi eteroplasmi condivisi tra i Neanderthal studiati. Hanno inoltre scoperto che tra i resti c'erano quelli di un padre con la figlia adolescente, e quelli di un ragazzino con una parente di secondo grado (una cugina, una zia o una nonna).
Migrazioni femminili. La presenza di queste parentele e delle varianti genetiche condivise suggerisce che i 13 Neanderthal studiati siano vissuti nello stesso periodo e che facessero parte, quindi, di una stessa comunità con vari vincoli familiari, per certi versi molto simile a quelle formate dall'Homo sapiens. Confrontando poi la diversità genetica dei vari cromosomi Y (quelli trasmessi da padre a figlio) con quella del DNA mitocondriale, che si trasmette sulla linea materna, il team ha trovato che il secondo era molto più diversificato rispetto ai primi. Significa che, in queste società Neanderthal, a spostarsi da una comunità all'altra nel corso della vita erano soprattutto le donne.
Vicini alla scomparsa. Un'altra caratteristica che salta all'occhio è la scarsa diversità genetica nella comunità studiata, molto più bassa di quella di una comunità umana antica o moderna delle stesse dimensioni, e paragonabile a quella delle popolazioni animali sull'orlo dell'estinzione. Con il senno di poi ne intuiamo il motivo.