Il più grande produttore cinese di petrolio ha iniziato a perforare la crosta terrestre nel bacino idrografico del Tarim, nella parte occidentale della Cina: il "buco" dovrebbe raggiungere una profondità di oltre 10.000 metri. Secondo l'agenzia di stampa statale cinese Xinhua, la China National Petroleum Corporation ha iniziato a trivellare il pozzo lo scorso 30 maggio 2023. Il rapporto afferma che il vero obiettivo è quello di arrivare a 11.100 metri, ma – come detto – sarebbe già una grande impresa toccare i 10 chilometri di profondità.
Quasi da record. Se l'obiettivo sarà raggiunto, il pozzo trivellato risulterà tra i più profondi mai realizzati dall'uomo e potrebbe fornire ai ricercatori nuove importanti informazioni geologiche, oltre all'accesso a riserve di petrolio ultra-profonde (se esistono).
Finora la perforazione che ha raggiunto la massima profondità è il Kola Superdeep Borehole, che è arrivato fino a -12.262 metri: fu realizzato nella Russia nordoccidentale, e richiese circa 20 anni. I progettisti di questo nuovo pozzo – chiamato Project Deep Earth 1-Yuejin 3-3XC Well – prevedono invece di arrivare al loro traguardo a tempo di record. Il piano infatti è quello di impiegare "appena" 457 giorni per raggiungere la massima profondità, dove dovrebbero trovarsi rocce formatesi durante il periodo Cretaceo, tra 66 milioni e 145 milioni di anni fa.
Una Questione di energia. In un discorso pronunciato nel 2021 il presidente cinese Xi Jinping definì la "Terra profonda" una delle quattro frontiere strategiche per la comunità scientifica del Paese. All'epoca, Yigang Xu dell'Accademia cinese delle scienze affermò che la nuova attenzione all'esplorazione geologica profonda era ed è stata guidata principalmente dalla necessità, per la Cina, di ridurre la dipendenza dalle importazioni di minerali, metalli, petrolio e gas.
Altri 49 pozzi. Il bacino del Tarim dello Xinjiang contiene alcuni dei giacimenti petroliferi più grandi e profondi della Cina e non a caso le società petrolifere hanno realizzato altri pozzi ultra profondi in altre parti della regione. Tra questi il giacimento di petrolio e di gas di Shunbei, dove sarebbero stati perforati 49 pozzi profondi oltre 8.000 metri.
«Assomiglia più a un progetto di trivellazione petrolifera industriale che a un progetto di trivellazione scientifica», fa notare Edward Sobel dell'Università di Potsdam in Germania. «I pozzi di ricerca di solito tendono a evitare di trovare petrolio e gas, questo per avere campioni di rocce estremamente puliti».
Tuttavia il progetto di perforazione potrebbe comunque offrire ai ricercatori informazioni sulla geologia unica del bacino del Tarim, se la perforazione prevedesse la raccolta di campioni di carotaggio non alterati e l'esecuzione di misurazioni geofisiche.
Sobel afferma infine che il bacino stesso ha più di un miliardo di anni, con un substrato roccioso stabile ricoperto da centinaia di milioni di anni di sedimenti e questo potrebbe essere un libro geologico di grandissimo interesse se venisse letto con tutti i crismi scientifici.