Un catalizzatore è un mediatore e promotore, capace di favorire una reazione chimica (anche rimanendo inalterato), al contrario dei reagenti che partecipano invece alla reazione consumandosi. L’apporto del catalizzatore può essere molto importante: alcune reazioni che difficilmente avverrebbero, oppure che impiegherebbero giorni o anni per completarsi, possono invece verificarsi nell’arco di minuti o secondi.
Come accade? Questo succede perché il catalizzatore viene scelto in modo tale che abbassi il livello di energia necessaria affinché avvenga la reazione. La scelta è, naturalmente, in funzione dei componenti della reazione desiderata. Un esempio comune di catalizzatore è dato dallo speciale elemento di una marmitta catalitica, che consente l'abbattimento di alcune emissioni dei gas di scarico di un motore a scoppio nel brevissimo intervallo del passaggio dei fumi nella marmitta stessa.
Quello appena fatto è un esempio d'uso di un catalizzatore metallico, ma ve ne sono di ogni genere, anche biologici, come gli enzimi che intervengono nei processi biochimici, e persino negativi, che anziché aumentare la velocità della reazione la rallentano o la bloccano.
Palladio. Un catalizzatore utilizzato in centinaia di processi industriali è il palladio, un metallo nobile: interviene nel ciclo di molte reazioni favorendole e accelerandole, restando inalterato a lungo. In particolare, è il promotore di vari composti da cui si ricavano poi diversi prodotti importanti: dai disinfettanti alle resine sintetiche, dagli aromi - come quello di mandorle - ai profumi. Nelle marmitte catalitiche, palladio e platino provocano l’ossidazione del monossido di carbonio e degli
idrocarburi incombusti, convertendoli in acqua e anidride carbonica.
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