La denominazione biodiesel, che si trova per esempio sulle pompe di benzina in Germania, è di fantasia. Il vero nome del carburante è “fame”, cioè fatty acid metil esther (metilestere di acidi grassi). Si tratta di un liquido con caratteristiche molto simili a quelle del gasolio (ma più denso e con un potere calorifico inferiore) ottenuto a partire da oli vegetali (colza, girasole, brassicacee, ricino, cartamo...).
L’intero ciclo di produzione e impiego del biodiesel immette nell’aria 6 volte meno anidride carbonica del gasolio. Inoltre il biodiesel presenta minori emissioni di ossido di carbonio, di ossidi di zolfo, di idrocarburi incombusti e di particolato, ma maggiori emissioni di ossidi di azoto.
Il biodiesel si può usare con un comune motore diesel. Il principale ostacolo è il costo, superiore di 2,5 volte al gasolio al netto delle tasse (cioè circa 1.100 lire al litro contro le 450 lire al litro del gasolio). In Italia è in fase sperimentale.
Che cos’è il biodiesel?
