La marmitta catalitica ha il compito di convertire, per mezzo di reazioni chimiche nelle quali sono impegnati metalli nobili come il platino, il palladio e il rodio, alcune sostanze dannose in altre innocue. Nei gas di scarico delle autovetture sono infatti presenti tre tipi di sostanze particolarmente nocive alla salute dell’uomo: monossido di carbonio, idrocarburi incombusti e ossidi di azoto. Il catalizzatore vero e proprio consiste in un supporto monolitico a nido d’ape che, per poter resistere al calore interno sviluppato dalle reazioni chimiche, può essere o in ceramica o formato da fogli metallici in acciaio che, intersecati tra loro, formano piccole canalizzazioni a sezione quadra. Questa struttura alveolare, di superficie estesissima e altamente porosa, è impregnata con una miscela di sostanze che accelerano la decomposizione chimica delle sostanze nocive dei gas di scarico. Sono proprio i gas di scarico che, attraversando le celle del nido d’ape a temperature superiori a 300-350 gradi, attivano i catalizzatori avviando le reazioni di ossidazione e riduzione: il palladio e il platino provocano l’ossidazione del monossido di carbonio e degli idrocarburi incombusti, convertendoli in anidride carbonica e acqua. Invece il rodio riduce gli ossidi d’azoto in azoto.