Fino alla sua quasi completa distruzione, nella notte tra il 4 e il 5 marzo, la Città della Scienza era un complesso scientifico museale d'eccellenza. Il complesso è stato realizzato a partire dall'inizio degli anni '90 tra Coroglio e Bagnoli, alla periferia ovest di Napoli. È proprio questo che lo rendeva speciale: la struttura sorge infatti nell'area un tempo occupata dalle acciaierie dell'Italsider, smantellate alla fine degli anni '80, e si presenta come esempio positivo di riconversione del territorio.
Che cos'era fino al 4 marzo 2013. I suoi padiglioni accoglievano ogni anno circa 350 mila visitatori con un planetario, una palestra della scienza (dove studiare i fenomeni naturali) e un'officina dei piccoli dove i bambini potevano imparare la scienza attraverso il gioco. C'erano poi un padiglione per le mostre temporanee, un centro congressi e numerosi uffici (inclusi quelli di un incubatore per nuove imprese tecnologiche). Infine lo Science Center: uno dei più importanti musei scientifici interattivi d'Europa, dove i visitatori potevano partecipare attivamente alle esposizioni.
Che cos'era per Napoli. Tutto ciò ha fatto sì che negli anni la cittadella, voluta dal fisico Vittorio Silvestrini, ricevesse molti premi: nel 2005 è stata considerata il miglior museo scientifico d'Europa e nel 2010 l'Eurispes l'ha inserita nell'elenco delle 100 eccellenze italiane. Tra il 2009 e il 2011 la Città della Scienza di Napoli ha vissuto una fase critica a causa di problemi di bilancio e di un contenzioso sull'erogazione dei contributi da parte della Regione Campania. Ma nel 2012 la crisi pareva finita, come sembrava testimoniare la riapertura di cantieri e progetti.