La scienza ufficiale non ha
dubbi: l’universo è nato da
una grande esplosione detta
Big Bang. Nell’“istante
zero”, tutto lo spazio e tutta la materia
erano concentrati in un punto.
Poi c’è stata una rapidissima
espansione che ha proiettato l’universo
su scale cosmiche: l’“inflazione”.
Questa fase è stata ipotizzata a livello teorico per trovare una soluzione a una delle principali anomalie della teoria del Big Bang, una teoria molto solida, ma con alcuni punti oscuri. L’universo infatti è straordinariamente
uniforme, tanto che se
guardiamo in direzioni
opposte, vediamo più o
meno la stessa scena:
lo stesso numero di
galassie e la stessa
temperatura media. Se
fosse valida la teoria
originaria del Big Bang,
quella che conosceva
Einstein, ciò sarebbe
molto improbabile:
sarebbe come tirare
milioni di dadi e vedere
che danno tutti lo
stesso risultato.
Dadi truccati
Per
risolvere il problema, a
partire dagli anni ’70 si
è ipotizzato che
all’inizio ci sia stata
un’espansione molto
superiore alla velocità
della luce: l’inflazione.
Ciò avrebbe “stirato” lo
spazio, proiettando su
scale cosmiche
l’uniformità tipica di
una porzione minuscola
di spazio. Sarebbe
come tirare un dado e
poi replicare l’azione in
modo identico milioni
di volte: non ci si stupirebbe
di vedere
ovunque lo stesso
risultato.
E se la luce...
Il fisico
João Magueijo sostiene
che c’è un altro modo
per spiegare l’incongruenza:
all’inizio la
velocità della luce era
forse maggiore di oggi. Ma la sua teoria non è tra le più seguite.