Impiantando alcune cellule nuove nella retina di un gruppo di topolini ciechi, gli scienziati sono riusciti a restituire loro la vista.
I bastoncelli della retina al microscopio. Questi sono i fotorecettori che rispondono agli stimoli luminosi più bassi e li usiamo soprattutto per adattare la nostra vista all’oscurità. |
Cellule che non funzionano più
La perdita o una grave diminuzione della vista, dovuta a malattie come il diabete o la degenerazione maculare, è causata dal malfunzionamento dei fotorecettori, cellule della retina che convertono gli stimoli luminosi in segnali elettrici da inviare al cervello.
I ricercatori dell’University College e del Moorfields Eye Hospital di Londra hanno prelevato dalla retina di alcuni topi appena nati delle cellule, a uno stadio ancora embrionale. Anche se non erano ancora del tutto sviluppate, le cellule avevano comunque cominciato a produrre radopsina, un pigmento indispensabile per la percezione della luce. Le cellule, poi, sono state impiantate nella retina di topi adulti ciechi, cercando di ricreare una piccola connessione neuronale, indispensabile per la vista. E, in effetti i ricercatori si sono accorti, da come i topolini reagivano alla luce più o meno intensa, che avevano riacquistato la vista, anche se forse solo parzialmente.
Sull'uomo si può?
Per la prima volta il metodo del trapianto cellulare si è dimostrato fattibile. Ma è ancora presto per sapere se sarà davvero applicabile sull’uomo. Ci sono molti problemi, non ultimo il difficile reperimento di cellule a quel preciso stadio, capaci di non creare un rigetto da parte del ricevente. Una delle ipotesi è quella di coltivare delle cellule staminali e aspettare fino al momento in cui sono pronte per il trapianto.
In ogni caso, gli scienziati sono convinti che questa potrebbe essere la via giusta da percorrere per restituire la vista a migliaia di persone che l’hanno persa.
(Notizia aggiornata al 9 novembre 2006)