Una nuova mappa dettagliata dei fondali oceanici al largo dell'Australia orientale ha rivelato l'esistenza di una serie di montagne sottomarine alte fino a 3 km, che hanno un'origine vulcanica e costituiscono un hotspot di biodiversità. La catena vulcanica è stata individuata a circa 400 km dalla Tasmania durante una campagna di esplorazione di 25 giorni della Investigator, una nave di ricerca del governo australiano.
Il più alto fra i rilievi, creati da antichi vulcani ora inattivi, si erge per circa 3000 metri dal fondale, ma ha sopra di sé altri 2000 metri d'acqua, che ne avevano finora reso impossibile la scoperta. Alcune montagne terminano con picchi affilati, altre con pendii più dolci di forma conica. Potrebbero avere circa 30 milioni di anni ed essere un prodotto del processo di separazione continentale tra Australia e Antartide.
Acque ricche. Ma i rilievi interessano anche dal punto di vista biologico. Intorno ad essi sono state rilevate quantità importanti di fitoplancton, forse favorire dal fatto che le montagne alterano le dinamiche delle correnti attorno ad esse. Questa abbondanza di nutrienti attira grandi quantità di mammiferi ed uccelli marini: durante la spedizione sono state individuate quattro specie di albatros, quattro di procellaria (un altro pennuto oceanico) e decine di balene. In un solo giorno di ricerca, i biologi sono stati visitati da 28 megattere e 60-80 globicefali o delfini pilota (Globicephala melas).
Dopo la montagna, svolta a destra. Passate ricerche hanno evidenziato come le balene e altre animali che affrontano migrazioni acquatiche utilizzino i rilievi subacquei come punti di riferimento per orientarsi. Conoscere meglio la posizione delle catene sottomarine potrebbe aiutarci a tutelare questi animali. Gli scienziati dell'agenzia nazionale per le scienze australiana (CSIRO) hanno in programma, quest'anno, di tornare altre due volte sul posto per raccogliere campioni di roccia e catturare immagini del paesaggio sottomarino con telecamere ad alta risoluzione.