
Sembrerebbe una buona notizia quella che giunge dall’Artico, ossia dal Polo Nord.
Secondo le ultime ricerche condotte dall’Agenzia Spaziale Europea attraverso il suo satellite chiamato CryoSat “il volume dl ghiaccio dell’Artide è cresciuto significativamente durante l’autunno che sta per terminare”.
Secondo l’Esa, “il volume complessivo del ghiaccio artico misurato da settembre ad oggi è di circa il 50% superiore rispetto allo scorso anno”.
Nell’ottobre 2013 CryoSat aveva calcolato che i ghiacci artici possedevano circa 9.000 chilometri cubici di ghiaccio marino, ben superiore rispetto ai 6.000 km cubici dell’ottobre dello scorso anni?
Ma “sembrerebbe una buona notizia” dicevo all’inizio, in realtà non è da interpretare come se fosse un grande evento ambientale che sta per mutare il trend degli ultimi anni. Negli ultimi decadi infatti, i dati satellitari hanno rilevato un andamento dell’estensione dei ghiacci artici sempre discendente. Il fatto che ci sia una stasi, fa tirare un respiro di sollievo, ma certamente non urla di gioia.
È comunque peggio rispetto agli anni Ottanta
“Il volume attuale del ghiaccio marino – spiega l’Esa - si è dimostrato difficile da valutare con precisione da terra perchè è sempre in movimento e quindi il suo spessore varia in continuazione”.
CryoSat è stato progettato per superare tale difficoltà e misurare lo spessore del ghiaccio marino sull’intero Oceano Artico in continuazione, e ciò ha dato modo ai ricercatori di monitorare il generale cambiamento nel volume con grande accuratezza. I dati dicono che circa il 90% dell’aumento dell’aumento dei ghiacci di quest’anno è legato alla crescita del ghiaccio pluriennale, che sopravvive cioè attraverso più di una estate senza sciogliersi, mentre solo del 10% è da imputare alla crescita del primo anno di ghiaccio, ossia quello di quest'anno.
Quel che fa ben sperare comunque, è il fatto che il ghiaccio pluriennale indica generalmente che la calotta glaciale artica è in buona salute, dice l’Esa. E il ghiaccio pluriennale di quest’anno è del 20% in media, o circa 30 centimetri, più spesso dello scorso anno.
Spiega Andrew Shepherd, dell’University College di Londra che ha condotto questo studio: “Attenzione, mentre questo incremento nel volume di ghiaccio è una buona notizia, essa non indica una inversione nella tendenza a lungo termine. Si stima infatti, che ai primi di ottobre di ogni anno degli anni ’80 ci fossero circa 20mila chilometri cubi di ghiaccio e se oggi ce ne sono 9.000 significa che la riduzione è stata drastica e continua ad esserlo”.