Se, come sono convinti gli astronomi, la morte di grandi stelle lascia dietro di sé buchi neri, allora dovrebbero esserci centinaia di milioni di buchi neri sparsi in tutta la Via Lattea. Il problema è che i buchi neri isolati sono invisibili e dunque molto difficili da rilevare.
Deviazione. Ora un gruppo di astronomi guidato dall'Università della California, a Berkeley, ha scoperto per la prima volta quello che potrebbe essere un buco nero solitario e lo ha fatto osservando la luce di una stella che si trova dietro a un oggetto invisibile: la luce è stata distorta dal forte campo gravitazionale dell'oggetto in questione e deviata nella direzione del telescopio Hubble attraverso il fenomeno definito microlensing gravitazionale.
Il gruppo di ricerca, guidato da Casey Lam e da Jessica Lu, stima che la massa dell'oggetto invisibile sia compresa tra 1,6 e 4,4 volte quella del Sole. Questa incertezza ha indotto altri ricercatori a ritenere che l'oggetto in questione possa anche essere una stella di neutroni. Questa ipotesi alternativa è stata avanzata perché la massa di un buco nero derivato da una stella morta deve essere pari almeno a 2,2 volte quella solare. Le stelle di neutroni sono anch'essi oggetti densi e altamente compatti, praticamente invisibili dalla Terra se si tratta di casi solitari, in cui la pressione interna dei neutroni impedisce di dare origine a un buco nero. Un altro gruppo di ricerca dello Space Telescope Science Institute di Baltimora si è aggiunto alla ricerca e ha analizzato i dati di Lam e Lu. In questo caso risultato dimostra che la massa dell'oggetto invisibile che crea la microlensing sia di 7,1 masse solari e questo implicherebbe che ci troviamo indiscutibilmente davanti un buco nero.
Dopo il big bang. Comunque sia, che si tratti di un buco nero o di una stella di neutroni, l'oggetto è ciò che resta di una stella che ora risulta "fantasma" e che vaga solitaria per la nostra galassia. Spiega Lu: «Per la prima volta siamo riusciti ad individuare attraverso una microlensing un oggetto solitario, compatto e praticamente invisibile. Inoltre siamo riusciti a definire anche qual è la sua massa. Penso che con questo lavoro abbiamo aperto una nuova finestra per ricercare oggetti simili che non possono essere visti nessun altro modo».
Determinare quanti oggetti di questo tipo popolano la nostra galassia, la Via Lattea, aiuterà gli astronomi a comprendere meglio l'evoluzione delle stelle, in particolare come muoiono.
E forse rivelerà se qualcuno dei buchi neri invisibili è un buco nero primordiale, uno di quelli che alcuni cosmologi ipotizzano siano stati prodotti in grandi quantità subito dopo il Big Bang.
Inoltre... La ricerca pubblicata su The Astrophysical Journal Letters, presenta anche altri quattro esempi di microlensing non causati però da un buco nero, bensì da nane bianche e certamente da una stella di neutroni.
Se l'oggetto scoperto si confermerà essere davvero un buco nero è possibile che, statisticamente, nella nostra galassia vi siano circa 200 milioni di oggetti simili, proprio come vorrebbero studi teorici. Nuove analisi di questo oggetto sono previste per l'autunno 2022 e gli autori sono certi di definire con estrema precisione le caratteristiche dell'oggetto in questione.
Qualche dettaglio in più, nel video che segue: