Il Sole ci investe con un flusso continuo di particelle, un flusso talvolta molto energetico. Tra le conseguenze più spettacolari, le aurore polari sono fenomeni innocui, che tuttavia possono "accompagnarsi" a problemi più seri quando appaiono a latitudini molto più basse di quelle polari - quando succede, è perché siamo investiti da un flusso particolarmente intenso di particelle solari in conseguenza a un brillamento (o flare) solare.
Quando il flusso che investe la Terra è molto intenso, a rimetterci sono in prima battuta le tecnologie per le comunicazioni e la trasmissione dei dati, a partire dai satelliti, ma possono essere più o meno colpite anche le reti di distribuzione elettrica. In tempi recenti, è accaduto nel 1989 e nel 2003, quando parte delle reti elettriche del Quebec (Canada) e della città di Malmo (Svezia) andarono fuori uso per diverse ore, proprio per le conseguenze di una violenta eruzione solare. Nel 1972 un analogo evento provocò l'esplosione di una serie di mine di prossimità utilizzate dagli Usa per un blocco navale, durante la guerra del Vietnam.
In passato ci furono fenomeni ancora più violenti, come quelli del 774 d.C. e del 993 d.C., che non ebbero ricadute pratiche, naturalmente, dal momento che non c'erano tecnologie che potessero essere messe al tappeto dal vento solare. Lo studio dei fenomeni avvenuti in tempi lontani è possibile grazie al rilevamento e alle misure quantitative delle particelle arrivate fino a noi perché intrappolate nelle bolle d'aria nei ghiacci polari - e che ritroviamo oggi nelle carote di ghiaccio.
Raimund Muscheler, dell'università svedese di Lund, già autore della ricerca che aveva permesso di isolare le tracce dei brillamenti del 774 e del 993, ha identificato - insieme a un nutrito team internazionale di ricercatori - le tracce di un evento molto violento di 2.610 anni fa.
«Se quella tempesta fosse avvenuta ai nostri giorni, e nulla dice che non possa capitare anche in questo momento, le conseguenze sulla nostra vita quotidiana sarebbero state decisamente gravi», afferma Muscheler. I satelliti andrebbero fuori uso, i sistemi per la distribuzione dell'energia elettrica potrebbero saltare del tutto, le comunicazioni radio e telefoniche sarebbero messe ko per un periodo di tempo imprecisabile - da qualche ora a qualche giorno, con conseguenze drammatiche, basti pensare alle attrezzature ospedaliere, ai servizi di emergenza, alle banche, alla gestione delle informazioni... «Bisogna lavorare per mettere in sicurezza tutti gli elementi critici», commenta Muscheler, «ma in apparenza è una questione ampiamente sottovalutata.»