I 347 scienziati che hanno lavorato per ottenere l'immagine più attesa dell'astrofisica moderna - la prima "foto" dei dintorni di un buco nero - hanno ricevuto giovedì 5 settembre il Breakthrough Prize per la Fisica Fondamentale 2020.
[Edit del 24 marzo 2021: c'è una nuova foto del buco nero]
Il premio di 3 milioni di dollari (2,7 milioni di euro circa) da alcuni soprannominato l'Oscar della Scienza, è stato istituito nove anni fa da alcuni milionari della Silicon Valley come Mark Zuckerberg e Yuri Milner (lo stesso di Breakthrough Listen) per riconoscere e premiare le ricerche scientifiche più meritevoli e di ispirazione.
Il team coordinato da Shep Doeleman dell'Harvard-Smithsonian Center for Astrophysics non solo ha confermato che i buchi neri esistono, ma ha dimostrato per la prima volta che se ne può catturare un'immagine astronomica, nonostante questi oggetti "inglobino" tutto quello che varca il loro confine, compresa la luce. Proprio il punto di non ritorno - l'orizzonte degli eventi - di M87, un buco nero che si trova in una galassia a 55 milioni di anni luce da noi e che ha una massa pari a 6,5 miliardi di volte quella del Sole - è stato ritratto da una rete di 8 radiotelescopi sincronizzati sparsi per il pianeta, una sorta di unico telescopio virtuale grande come il pianeta.


Una rete ancora più estesa. Nel futuro dell'EHT c'è l'ampliamento della rete di osservazione celeste con l'aggiunta di radiotelescopi in Groenlandia, Francia e Africa, e il lancio di tre piccoli osservatori orbitanti di supporto. L'obiettivo ambizioso è catturare un video di Sagittarius A*, il buco nero al centro della Via Lattea che ha una massa pari ad appena 4 milioni di volte quella solare e che inghiotte luce e materia molto più rapidamente di M87, cambiando aspetto più rapidamente. La nuova sequenza di immagini permetterebbe di capire come i buchi neri consumano quanto finisce al loro interno e come facciano a generare getti di particelle subatomiche che attraversano intere galassie alla velocità della luce.
Obesità, demenze e dolore. Altri quattro Breakthrough Prize sono andati a studi meno famosi, ma non meno importanti, nel campo delle scienze della vita. Jeremy Friedman della Rockefeller University di New York è stato premiato per aver scoperto alcuni meccanismi genetici e ormonali di regolazione dei grassi corporei - elementi importanti per lo studio dell'obesità. Franz-Ulrich Hartl del Max Planck Institute of Biochemistry in Germania, e Arthur Horwich dell'Università di Yale in Connecticut hanno vinto per aver scoperto come avvengono il ripiegamento proteico e l'aggregazione di proteine (meccanismi implicati nella genesi di malattie neurodegenerative, come Parkinson e Alzheimer.
David Julius dell'Università della California a San Francisco ha vinto per la scoperta di alcuni meccanismi che regolano l'esperienza del dolore (ha per esempio dimostrato che quello da bruciatura condivide alcuni percorsi di segnalazione con quello da cibo piccante). Mentre Virginia Man-Yee Lee dell'Università della Pennsylvania si è distinta per le ricerche su alcune proteine coinvolte in alcune forme di demenza, come l'Alzherimer.
Di nuovo premiata. Il Breakthrough Prize per la matematica è invece andato ad Alex Eskin, un matematico dell'Università di Chicago che insieme alla collega iraniana Maryam Mirzakhani, Medaglia Fields per la matematica recentemente scomparsa, ha lavorato agli studi di sistemi dinamici che possono portare a comportamenti caotici, analizzando i diversi comportamenti di una palla che rimbalza su un tavolo da biliardo che assume le forme di diversi poligoni.