La sola idea di una corsetta vi fa venire il fiatone e tanta voglia di rifugiarvi nella vostra poltrona preferita? Sarà meglio che rivalutiate la vostra attitudine verso il jogging: secondo una ricerca appena pubblicata sul Journal of Experimental Biology l'uomo è nato per correre e proprio grazie a questa sua capacità ha potuto evolversi e continuare la specie.
L'importante è correre
Per i nostri antichi progenitori essere in grado di correre più veloci delle proprie prede e dei propri nemici era indispensabile alla sopravvivenza e solo gli individui più forti, scattanti e resistenti agli infortuni riuscivano a riprodursi. Un piede ferito, un'ernia, o un'infiammazione alla schiena erano sufficienti per costringere all'immobilità, all'impossibilità di cacciare e alla morte per fame o per mano – ma anche bocca o artiglio - di un predatore.
Ma come mai la specie umana ha messo a punto una strategia evolutiva basata su un'attività così dispendiosa dal punto di vista energetico e così tanto rischiosa?
(Quante calorie bruci correndo?)
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Drogati dalla corsa
Secondo Dabvid Raichlen, l'antropologo della Arizona University che ha condotto lo studio, la risposta va cercata nei complicati processi che regolano i meccanismi della ricompensa. Dopo una corsa il nostro cervello produce endocannabinoidi, dei neuromediatori responsabili della sensazione di benessere che si prova dopo una qualunque attività fisica.
La corsa insomma, come ogni appassionato di questo sport può confermare, darebbe una sorta di dipendenza che in epoche remote è stata una potentissima spinta evolutiva. Correre non solo permetteva di mangiare e sfuggire ai predatori, ma scatenava anche sensazioni piacevoli che premiavano lo sforzo compiuto.
Con il passare dei millenni l'uomo ha però imparato a prendersela comoda, ignorando i richiami delle proprie gambe e scegliendo altri modi, più o meno leciti, per stimolare i meccanismi della ricompensa: per esempio il fumo, le droghe, il gioco...
Imparare a muoversi e muoversi per imparare
E se secondo alcuni medici la moda delle corse su lunghe distanze esplosa negli ultimi anni non è affatto salutare, è invece assodata l'importanza di una regolare attività fisica per mantenersi sani.
Non solo: un po' di sport sembrerebbe in grado di favorire anche i processi di apprendimento. Un esperimento condotto sui topi all'Università dell'Illinois ha dimostrato come l'attività fisica stimoli favorisca la formazione di nuovi neuroni nell'ippocampo, la zona del cervello fondamentale nella formazione della memoria a lungo termine.
Visto che gli esami sono alle porte, perchè non integrare il programma di ripasso con una bella passeggiata nel parco sotto casa?
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