Il presidente afghano Hamid Karzai, con l’aiuto della Nato, sta “schedando” l’iride dei prigionieri talebani con l’obiettivo di introdurre in un prossimo futuro una carta d’identità biometrica per tutta la popolazione.
“Sono anni che la Nato e il Governo afghano raccolgono impronte e scansioni dell’iride”
Guerra agli infiltrati – È un progetto ambizioso, ma a quanto pare voluto dallo stesso presidente afghano Hamid Karzai che ha chiesto man forte agli Stati Uniti. La prima fase prevede la scansione dell’iride dei prigionieri talebani per evitare infiltrazioni e persone che fanno il “doppio gioco” nell’esercito regolare e presso la Nato, per poi arrivare a schedare 1.65 milioni di afghani entro il prossimo maggio.
Tutti schedati – L’uso di sistemi biometrici non è una novità in Afghanistan, ma il principale problema è che non c’è mai stato un vero coordinamento. Al momento esistono due distinti database con informazioni biometriche: uno gestito dalla Nato e l’altro dal Governo afghano. Gli americani, nell’ultimo anno e mezzo, hanno stilato 410.000 dossier con impronte, scansioni dell’iride e del volto di altrettanti prigionieri e “persone di interesse”. Il Governo di Karzai, invece, si è concentrato sul settore locale con informazioni biometriche su poliziotti, militari, ribelli e popolazione comune creando un archivio che riguarda quasi 250 mila persone. L’obiettivo, come accennato, è creare un sistema condiviso che porti a rilasciare, entro il prossimo maggio, 1.65 milioni carte d’identità elettroniche con dati per il riconoscimento biometrico.