Succede tutti i giorni: colossi acquistano, o collaborano con piccole start-up dalle grandi idee. La partnership spesso è proficua per entrambe le parti, ma ogni tanto finisce nelle aule di tribunale, com'è successo a Corbis di Bill Gates costretto a sborsare 20 milioni di dollari a Infoflows.
Chi è Corbis - Corbis, fondata nel 1989 da Bill Gates, è un immenso archivio fotografico professionale che include più di 100 milioni di immagini contemporanee, di entertainment e storiche, nonché ricche collezioni di illustrazioni celebri e immagini di repertorio. È famosissimo, per esempio, l'acquisto da parte di Corbis-Gates del Codice Leicester di Leonardo da Vinci nel 1994. Corbis, quindi è un colosso della fotografia e Infoflows una piccola start-up che un giorno si incontrano e decidono di collaborare.
Matrimonio fallito - Dopo aver introdotto i due protagonisti di questa storia, veniamo ai fatti che spiegano come il rapporto tra le grandi aziende e le giovani start-up può portare a traguardi eccezionali, ma finire anche in risarcimenti milionari. Steve A. Stone, un ex manager di Microsoft, un giorno ha una brillante idea su un software per identificare, catalogare e tracciare l'uso delle immagini sul Web. Propone la sua idea a Corbis e ne nasce subito una collaborazione. L'azienda di Bill Gates, però, si rende subito conto che l'idea di Infoflows non è un granché, a parte un “pezzettino” di software. Così, dopo quattro mesi decide di recidere il contratto. Steve A. Stone, sconcertato, non si perde d'animo e va avanti per la sua strada pubblicando il suo sito nel 2007: Corbis lo cita in giudizio perché sostiene che la piccola start-up abbia usato contenuti digitali di proprietà di Corbis senza permesso.
Corbis paga - Dopo tre anni di processo, però, il tribunale dà ragione alla piccola start-up di Steve A. Stone e e accusa Corbis di frode e appropriazione indebita di segreti industriali con relativo risarcimento a Infoflows per oltre 20 milioni di dollari. Corbis ha già annunciato che farà ricorso.