A 56 anni dallo storico viaggio della Pioneer 1, la prima sonda lanciata nello spazio, l’esplorazione del cosmo è ancora una faccenda piuttosto complessa, fatta di razzi vettori, dispositivi di atteraggio, sistemi di propulsione e apparecchiature varie.
La necessità di contenere i costi e, allo stesso tempo, di moltiplicare le missioni fuori dal nostro pianeta stanno spingendo la NASA a studiare sistemi alternativi, più flessibili ed economici rispetto agli attuali.
Due robot al prezzo di uno
Un team di ricercatori del NASA Ames Research Center ha recentemente presentato Super Ball Bot, un esoscheletro robotico capace di sbarcare e muoversi in autonomia su un nuovo pianeta e che al suo interno contiene e protegge gli strumenti scientifici necessari all’esplorazione del nuovo mondo.
«Questi robot potrebbero riunire in una sola apparecchiatura i sistemi di atterraggio e di esplorazione di un pianeta extraterrestre» spiegano ai media Adrian Agogino, Vytas SunSpiral e David Atkinson.
Rotola ed esplora
Secondo i ricercatori i diversi Ball Bot, ciascuno con la propria strumentazione, potrebbero essere impacchettati tutti insieme e spediti sul pianeta di destinazione dove, una volta atterrati, potrebbero espandersi ed essere già pronti all’uso.
La struttura flessibile e compatta, formata da elementi in grado di allungarsi e comprimersi, permetterebbe ai robottini di atterrare in tutta sicurezza senza bisogno di sistemi complessi come paracadute o lander. E una volta toccato il suolo potrebbero inziare da subito l’esplorazione del nuovo mondo rotolando e saltellando su se stessi.
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Sciami di sonde
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