Un sofisticato esperimento per replicare in laboratorio le condizioni del nucleo terrestre ha permesso di ricavare nuove informazioni sulla composizione del cuore metallico del nostro pianeta e sulla natura fisica dell'azoto (N), il principale componente dell'atmosfera terrestre (78%).
Utilizzando raggi laser ad alta energia e sensori ottici, un gruppo internazionale di fisici e astronomi guidato dall'Università di Edimburgo ha studiato il comportamento di campioni di azoto a condizioni di pressione un milione di volte superiori a quella atmosferica e a temperature di oltre 3.000 °C.
Le loro osservazioni, pubblicate su Nature Communication, hanno confermato che, alle condizioni estreme di quel mix tra temperatura e pressione, l'azoto è presente sotto forma di metallo liquido, un dato che potrebbe essere utile per lo studio di come il nostro pianeta si sia formato, a partire da elementi presenti nello Spazio.
In risalita. La scoperta potrebbe anche spiegare perché la Terra sia l'unico pianeta noto ad avere una tale abbondanza di azoto, presente in forma di gas, nella sua atmosfera. L'azoto presente nell'aria che respiriamo potrebbe provenire dagli strati profondi del pianeta, dove per esempio potrebbe mischiarsi con altri metalli in forma liquida.
La ricerca potrebbe fornire una base teorica molto utile per gli studi della composizione attuale e di quella futura dell'atmosfera terrestre. «L'atmosfera della Terra è l'unica, tra quelle di tutti i pianeti, in cui l'azoto è l'ingrediente principale, più abbondante dell'ossigeno», spiega Stewart McWilliams, tra gli autori: «il nostro studio suggerisce che l'azoto potrebbe essere emerso dalle profondità del pianeta.»