Ogni anno, nel mondo, le attività umane emettono in atmosfera 28 miliardi di tonnellate di CO2, tra i responsabili del riscaldamento globale. L’11,5% è causato da automobili e autocarri.
Sconfortante, vero? Eppure, in commercio esistono già auto più ecologiche. Si può scegliere quella giusta, ottenendo due risultati: far bene alla Terra e al portafogli (vedi multimedia).
Superclassifica
L’Associazione Traffico e ambiente svizzera, omologa dell’Aci, pubblica ogni anno l’Ecomobilista, assegnando un punteggio in base a emissioni, consumi, sistemi di produzione, e gestione del ciclo-vita di tutte le auto in vendita. L’edizione 2009 ha decretato una tecnologia come davvero ecologica: il motore ibrido. Ecco perché.
- Le automobili sono responsabili dell’11,5% delle emissioni di anidride carbonica, che causano il riscaldamento globale.
Una poltrona (di guida) per due
PUNTI CHIAVE
- Scegliere un’auto ecologica può far risparmiare: molte consumano meno rispetto ai modelli tradizionali.
- Sul mercato ci sono diverse tecnologie: ma non tutte sono davvero ecologiche. L’idrogeno (che deve essere prodotto da fonti rinnovabili) è ancora lontano dalla commercializzazione.
- Le auto ibride e quelle a metano sono le più ecologiche in assoluto.
Un’auto ibrida ha due motori: uno termico a benzina, di tipo tradizionale e uno elettrico a batterie. L’ultimo funziona in combinazione al primo, per compensarne inefficienza e consumi.
In un’auto ibrida, dunque, il motore elettrico aiuta quello termico. Risultato, quest’ultimo si sobbarca un lavoro inferiore, diventando meno “assetato” di carburante: insomma, si risparmia benzina e si inquina meno. Secondo uno studio dell’Electric Power Research Institute, l’anidride carbonica emessa da un veicolo ibrido è di un terzo inferiore rispetto a quella di una vettura (di dimensioni simili) alimentata a benzina.
Niente spina, siamo idride
Le ibride (a differenza delle auto elettriche) non ricaricano le batterie dalla presa di corrente: il loro motore “diventa” un alternatore (come la dinamo della bicicletta) ogni volta che si decelera, si frena o si viaggia in discesa. Se questo non fosse sufficiente, il motore termico può dirottare parte della propria energia alla ricarica delle batterie, diminuendo le prestazioni dell’auto. Per questo, l’ibrido è molto diffuso in città come San Francisco (Usa), dove le molte salite e discese mantengono sempre cariche le batterie.
Questo sistema permette di contenere i consumi e, di conseguenza, le emissioni di particolato (le nocive polveri di materia incombusta, Pm10 e il Pm2,5) e di CO2.
Vantaggi per tutti
Senza dimenticare che chi compra un’ibrida ha diritto agli sconti statali (ecoincentivi) e può circolare anche nelle aree a traffico limitato. Inoltre, la tassa di proprietà dell’auto (il bollo) viene pagato solo considerando la potenza del motore termico, e non quella totale del sistema (termico più elettrico): si ha una maggiore potenza versando meno tasse.
Il modello è il più famoso al mondo (ne sono state vendute circa due milioni di unità) e si chiama Prius.
La tecnologia che la muove ha il nome di Full Hybrid Toyota: è composta da un motore a benzina di 1.800 centimetri cubi di 99 cavalli e da un propulsore elettrico di 60 kiloWatt (grazie al quale la potenza combinata del sistema totale raggiunge 136 cavalli).
Quello elettrico è l’unico a funzionare in partenza e alle basse velocità (all’incirca a 50 km/h per un paio di chilometri); invece, è previsto l’utilizzo combinato dei due propulsori a velocità più alte.
Sistema automatico
Il sistema ibrido di Toyota seleziona in maniera automatica la combinazione ottimale di funzionamento dei due motori: quando necessario, aziona il propulsore termico che, in combinazione col motore elettrico, garantisce una spinta superiore a quella di una berlina con propulsore tradizionale.
Freno, ergo ricarico
Appena il piede si stacca dall'acceleratore, il motore termico smette di funzionare e dall'inerzia (dalla “spinta già acquisita”) del veicolo la batteria elettrica trae carica. Idem quando la Prius frena: il “calore” (che generalmente nei sistemi tradizionali si dissipa durante la frenata) viene trasformato in energia elettrica. In questa fase, l’auto non consuma e non inquina. Inoltre, quando la vettura è ferma, il motore termico della Prius è sempre spento, ed è in grado di riaccendersi con la semplice pressione dell'acceleratore.
È previsto anche un pulsante (con su scritto EV, cioè Electric Vehicle) che il guidatore può premere per attivare lui stesso la modalità solo elettrica.
Abbasso le emissioni
Le emissioni sono minime: da zero (in modalità elettrica) a 89 grammi di anidride carbonica al chilometro. Bassi anche i consumi: 3,9 litri di carburante ogni 100 chilometri in città, che diventano 3,8 litri fuori città e 3,9 in un mix di quei due percorsi.
E dall’estate 2009, c’è la terza generazione di Toyota Prius. Il sistema ibrido è ancora più sofisticato, col risultato che gli accumulatori elettrici sono sempre più leggeri e meno ingombranti.
Un motore principale con una cilindrata di 1300 centimetri cubi di 88 cavalli, un propulsore elettrico ultrasottile di 14 cavalli e 10 kiloWatt, ed ecco l’Honda Insight, con numeri da record: consuma 4,4 litri di benzina ogni 100 chilometri e 101 grammi di anidride carbonica ogni chilometro. Come per la Prius, la batteria che alimenta il motore elettrico si ricarica recuperando l’energia prodotta in fase di decelerazione e di frenata: non serve un “pieno” di elettricità esterna.
Come funziona
La Insight è equipaggiata con il sistema ibrido IMA di Honda, cioè Integrated Motor Assist (assistenza al motore integrata): al propulsore a benzina, ne abbina uno elettrico in grado di migliorarne le prestazioni. Il motore elettrico fornisce l'alimentazione necessaria quando sono richieste prestazioni maggiori e fa da generatore durante la decelerazione e la frenata, consentendo inoltre il funzionamento esclusivamente elettrico a bassa velocità, con un’autonomia di quasi due chilometri.
Tutto automatico
Occhio alla differenza. Sulla Toyota Prius il guidatore può scegliere se viaggiare esclusivamente con il motore elettrico; invece, la centralina della Honda Insight attiva in automatico la sola modalità elettrica quando le condizioni di guida lo permettono: non è il guidatore a sceglierlo.
Le prestazioni della Insight sono come quelle di una tradizionale vettura a benzina, mentre le emissioni inquinanti risultando inferiori a quelle di un’equivalente macchina diesel.
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No. La batteria viene ricaricata dal motore elettrico che, in fase di frenata e decelerazione, diventa generatore di corrente elettrica. L’elettronica di bordo fa in modo che la batteria non si scarichi mai.
Toccando l’auto, si rischia di prendere la scossa per via del motore elettrico?
No. Chiaramente, però, non dovete giocare al meccanico improvvisato: non mettete le mani su parti del motore che non conoscete, specie lì dov’è scritto “Pericolo” (“Danger”).
Mantenere un’ibrida è più costoso rispetto a un’auto tradizionale?
No. Il motore termico richiede una normale manutenzione: il semplice cambio dell’olio. Il motore elettrico vive senza crearci alcuna incombenza.
Ma una batteria quanto dura?
Una decina d’anni, come minimo. E si è garantiti per otto anni o 160.000 chilometri.
È in arrivo il freddo forte: problemi per le ibride?
No. Come le auto tradizionali, funzionano con ogni clima.
Assicurazione Rc auto: si paga di più?
No. Le Compagnie considerano soltanto la potenza del motore termico. Quello elettrico non viene preso in considerazione per calcolare la tariffa Rc auto. La stessa cosa vale per il bollo (tassa di proprietà).
Le auto ibride sono meno sicure?
Macché. La Toyota Prius e la Honda Insight hanno meritato cinque stelle (il massimo) nei crash test dell’Euro NCAP, l’ente finanziato dall’Unione europea che valuta la sicurezza delle auto.
Se lascio l’auto nel box per settimane senza usarla, la batteria si scarica?
No. E ricomincerà a caricarsi come al solito: in decelerazione e frenata.
Un’auto ibrida è proprio senza difetti?
C’è chi la considera pericolosa. L’Associazione Nazionale dei non vedenti in America (National Federation of Blind) ha segnalato che, con l'aumento di ibride in circolazione, i rischi di essere investiti a causa di quel flebile sibilo del motore si moltiplicano. Infatti, un non vedente si affida al rombo del motore; se questo è debole perché la macchina va con il propulsore elettrico, non riesce a individuare il veicolo e corre il rischio di essere investito. Per ovviare a questo, le Case automobilistiche stanno studiando l’installazione di un cicalino acustico che permetta di percepire la presenza della vettura ibrida.