Scienze

I Campi Flegrei potrebbero eruttare prima del previsto

Secondo un nuovo studio i Campi Flegrei sarebbero sull'orlo di un'eruzione: attualmente si trovano in uno stato di allerta giallo per i movimenti del suolo avvenuti negli ultimi anni che potrebbero provocare una rottura delle rocce e quindi creare le condizione per eruzioni violente.

I Campi Flegrei sono una delle aree a maggior rischio della nostra penisola. E questo è noto. Nascondono infatti, uno dei vulcani più violenti dell'intero pianeta che occupa una superficie di circa 100 chilometri quadrati sulla quale l'uomo ha costruito un gran numero di abitazioni.

La novità - non particolarmente tranquillizzante arriva da un nuovo studio apparso su Nature Communications: il vulcano starebbe entrando in una “fase critica”, durante la quale potrebbero diventare più intensi - e conseguentemente pericolosi - i fenomeni sismici e di sollevamento del suolo.

Questo è quanto è stato scoperto da una ricerca condotta dall'Osservatorio Vesuviano dell'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia di Napoli e dalla University College di Londra.

Il modello matematico. È noto che la caldera dei Campi Flegrei è irrequieta da oltre 65 anni: da allora infatti, sono stati registrati numerosi sollevamenti del suolo e terremoti locali. Dapprima negli anni ‘50 poi negli anni ‘70 e ’80, si ebbero periodi dove i fenomeni furono particolarmente intensi, tanto che nel 1970 e nel 1983 si arrivò a evacuare decine di migliaia di persone.

Condizioni simili infatti, si ebbero nel 1538 (anche se dai dati storici sembra che essi furono più intensi) poco prima dell’ultima eruzione storica che portò alla creazione del Monte Nuovo. Dal 1983 i fenomeni sembravano essere scemati, ma nel 2005 si sono ripresentati.

Le colonne del Tempio di Serapide nell’antico ‘Macellum’ Romano di Pozzuoli (NA). Le tracce lasciate sulle colonne dai molluschi marini, nei periodi in cui erano parzialmente sommerse, permisero le prime ricostruzioni del ‘bradisisma’, ossia delle forti variazioni del livello del suolo, che spesso portavano le colonne al di sotto del livello del mare, negli ultimi 2000 anni circa.

L'Osservatorio Vesuviano monitora qualsiasi movimento con estrema accuratezza. Facendo fede a l'insieme dei dati recuperati fino a questo momento a cui si sono aggiunti quelli ottenuti dalla perforazione di un pozzo creato nell'area di Bagnoli, i ricercatori hanno elaborato un modello matematico che dimostrerebbe come i sollevamenti del suolo avvenuti negli ultimi 60 anni siano il risultato dell'accumulo di sforzi in profondità che potrebbero avere portato il vulcano in una condizione più vicina ad un’eruzione rispetto a quanto si pensava nel passato.

La prova nell’eruzione del Rabaul. Lo studio infatti, ha messo in luce che l'accumulo di sforzi nelle rocce porta a far sì che cambino il modo con il quale rispondono alle sollecitazioni, passando da una modalità “elastica” ad una definita “fragile”, nella quale la roccia inizia a rompersi più facilmente.

Se la sollecitazione si prolunga nel tempo si arriva alla formazione di fratture che partono dalla zona profonda della caldera e arrivano in superficie. Una situazione che rende più facile un'eruzione.

Il Monte Nuovo in una incisione che risale al 1800.

Spiega Christopher Kilburn, autore della ricerca: “Nessuno in questo momento sa quando il periodo di deformazione a lungo termine porterà ad una eruzione, ma certamente questo modello spiega quelle che accadde al vulcano Rabaul in Papua Nuova Guinea, un vulcano molto simile ai Campi Flegrei, che eruttò nel 1994 dopo un periodo durante il quale si ebbe un episodio di deformazione della crosta non particolarmente intenso, circa una decina di centimetri, in un'area però che negli anni precedenti aveva accumulato alcuni metri di sollevamento”.

Aggiunge De Natale: “Quale sia la condizione attuale dei Campi Flegrei dipende dallo stato fisico del sottosuolo. Per questo motivo risulta di estremo interesse non solo scientifico ma anche pratico conoscere con precisione le condizioni delle rocce profonde. Questa sarà una priorità per la ricerca futura. Per ottenere questo obiettivo la strada migliore e più efficace è quella di realizzare perforazioni profonde che possano esplorare

16 maggio 2017 Luigi Bignami
Ora in Edicola
Scopri il mondo Focus. Ogni mese in edicola potrai scegliere la rivista che più di appassiona. Focus il magazine di divulgazione scientifica più letto in Italia, Focus Storia per conoscere la storia in modo nuovo ed avvincente e Focus Domande & Risposte per chi ama l'intrattenimento curioso e intelligente.

La Bibbia è il libro più famoso del mondo. Eppure, quanti sanno leggere fra le righe del racconto biblico? Questo numero di Focus Storia entra nelle pagine dell'Antico Testamento per comprendere dove finisce il mito e comincia la storia, anche alla luce delle ultime scoperte archeologiche. E ancora: la Crimea, terra di conquista oggi come ieri; l'antagonismo fra Coca e Pepsi negli anni della Guerra Fredda; gli artisti-scienziati che, quando non c'era la fotografia, disegnavano piante e animali per studiarli e farli conoscere.

 

ABBONATI A 29,90€

Come sta la Terra? E che cosa può fare l'uomo per salvarla da se stesso? Le risposte nel dossier di Focus dedicato a chi vuol conoscere lo stato di salute del Pianeta e puntare a un progresso sostenibile. E ancora: come si forma ogni cosa? Quasi tutti gli atomi che compongono ciò che conosciamo si sono generati in astri oggi scomparsi; a cosa servono gli scherzi? A ribadire (o ribaltare) i rapporti di potere; se non ci fosse il dolore? Mancherebbe un segnale fondamentale che ci difende e induce solidarietà.

ABBONATI A 31,90€
Follow us