Il lancio del satellite ICON (Nasa) è stato rimandato quando l'aereo, che portava in quota il razzo Pegasus L-1011, era già in volo. Un problema tecnico ha richiamano a terra l'equipaggio e ora non si sa quando vi sarà un nuovo tentativo: dalle prime indiscrezioni sembra che non avverrà prima del 15 novembre.
Nato per studiare la ionosfera, ICON (Ionospheric Connection Explorer), è un satellite che esplorerà una delle aree più complesse dell'atmosfera terrestre. La ionosfera è quella fascia di atmosfera che va da circa 80 chilometri a circa 600 chilometri di quota, dove il vento solare, ossia il flusso di particelle che arriva dal Sole, agisce con una tale forza da riuscire a strappare agli atomi e alle molecole che compongono quella fascia di atmosfera uno o più elettroni, così da renderla elettricamente "carica".
A seconda dell'attività del Sole, la ionosfera si gonfia e si sgonfia. In un periodo di bassa attività solare come quella che stiamo vivendo, ad esempio, la ionosfera ha uno spessore inferiore rispetto a periodi di maggiore attività solare. Questo strato è però sensibile anche all'azione di quel che avviene nell'atmosfera sottostante e dunque si ritrova come "tra due fuochi" che la modellano in continuazione: queste variazioni, che sono l'ambito di studio della meteorologia spaziale, sono di notevole importanza dal punto di vista scientifico e pratico.
Le continue variazioni di forma e di spessore hanno infatti un'influenza di non poco conto sui satelliti che vi stazionano, sui molti dei segnali delle comunicazioni tra terra e gli aerei o le navi e sulla Stazione spaziale internazionale e il suo equipaggio, che si trovano a circa 400 chilometri d'altezza.
Tiro alla fune. Negli ultimi dieci anni gli studi sulla ionosfera hanno messo in luce il fatto che al suo interno avvengono fenomeni che richiedono una spiegazione che va al di là dell'influenza del Sole.
Esistono infatti volumi di ionosfera dove la concentrazione di particelle cariche, chiamate nel loro insieme plasma, hanno comportamenti che sono probabilmente influenzati anche dagli uragani che si creano nell'atmosfera più bassa e dai gruppi di nuvole che si muovono sulle grandi foreste pluviali. I venti dell'alta atmosfera trasportano energia che può modificare il flusso di particelle cariche e questo, a sua volta, crea campi elettrici che influenzano ulteriormente il comportamento delle particelle nella ionosfera. In altre parole la ionosfera è sottoposta a un tiro alla fune tra quel che avviene al di sotto di essa e l'azione del Sole.
Airglow. Una fascia, dunque, molto complessa e che fino ad oggi è risultata di difficile studio perché troppo lontana dai rilevatori terrestri. Era necessario un satellite che l'analizzasse da vicino, da qui l'importanza del satellite della Nasa. ICON si occuperà anche di studiare il "tenue bagliore" - chiamato airglow - che si osserva nell'alta atmosfera e che avvolge l'intero pianeta in una bolla rossa, verde e giallastra. È un fenomeno simile a quello delle aurore boreali (quando le particelle atmosferiche, eccitate dall'azione del Sole, emettono luce), ma mentre le aurore boreali si manifestano solamente ai poli, l'airglow interessa l'intero pianeta. Lo studio del fenomeno permetterà di capire le variazioni di temperatura, pressione e venti della ionosfera.
ICON, che si posizionerà a circa 570 chilometri di quota, lavorerà in parallelo con GOLD (Global-scale Observations of the Limb and Disk), lanciato all'inizio del 2018, che orbita a circa 36.000 chilometri dalla superficie terrestre per studiare i fenomeno della ionosfera nella sua globalità.