Scienze

Un farmaco anticancro dal metallo dell'asteroide dei dinosauri

L'iridio, il metallo che si ritiene sia stato portato sulla Terra dall'asteroide che uccise i dinosauri, viene studiato come potenziale arma contro i tumori.

L'asteroide di Chicxulub, un pezzo di roccia spaziale di 12 km di diametro che 66 milioni di anni fa ha spazzato via dalla Terra i dinosauri ("regalando" il pianeta ai mammiferi) potrebbe averci fatto un altro regalo, oggi più prezioso che mai: l'iridio, una nuova arma contro i tumori.

Metallo iridato. Scoperto nel 1803, l'iridio ha nel nome la parola "iris", arcobaleno in latino, per via delle colorazioni assunte dai suoi sali. Della stessa famiglia del platino, è un metallo duro, bianco-argentato con una sfumatura giallastra, ed è il più resistente al mondo alla corrosione: non reagisce neppure all'acqua regia (un potente solvente industriale composto da acido nitrico e acido cloridrico).

Si ipotizza che l'asteroide di Chicxulub avesse un diametro di 12-15 chilometri: l'impatto e le sue conseguenze provocarono la più grande estinzione di massa del nostro pianeta. © Don Davis

È raro sulla Terra, ma abbondante nei meteoriti: dato che si trova in maggiori quantità negli strati geologici corrispondenti all'epoca dell'estinzione dei dinosauri, si pensa che sia stato portato sul nostro pianeta proprio dall'asteroide di Chicxulub, vaporizzato dalla violenza dell'impatto e col tempo accumulato nei depositi alluvionali.

Attacco al tumore. Un gruppo di ricercatori delle università di Warwick (UK) e della Sun Yat-Sen University (Cina) ha scoperto nell'iridio potenzialità antitumorali. Gli scienziati hanno creato un composto di iridio e di un altro materiale organico fotosensibile, da indirizzare alle cellule che formano il tumore, e da “mettere in funzione” con una luce laser.

Storie di catastrofi e di opportunità: 500 milioni di anni di estinzione. © MUSE

La luce serve ad attivare il rivestimento organico del composto, che a sua volta attiva la reazione con cui l’iridio genera, all’interno della cellula, una forma tossica di ossigeno molecolare, l'ossigeno singoletto (*O2), in grado di danneggiare alcune molecole chiave che le cellule tumorali sfruttano per il loro metabolismo.

I ricercatori hanno dimostrato, con un modello costituto da un agglomerato di cellule di tumore del polmone, che il composto riesce a penetrare fino negli strati più profondi ed è in grado di distruggere le cellule prese di mira.

Chemioterapia e luce. Il platino (78-Pt), alla cui famiglia appartiene l’iridio, viene già impiegato come farmaco nella chemioterapia per varie forme di tumore: il problema però, con il platino, è che provoca effetti collaterali pesanti anche sui tessuti sani per via della sua tossicità, oltre al fatto che spesso i tumori sviluppano resistenza.

L’iridio potrebbe, secondo i ricercatori, costituire un’alternativa. La combinazione di luce e chimica, la fotochemioterapia, è già utilizzata per il trattamento di alcuni tipi di tumori, anche se con diversi limiti. Con il nuovo approccio basato sull’iridio si potrebbero avere applicazioni più estese per varie forme di cancro.

8 novembre 2017 Chiara Palmerini
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