La popolazione dei San dell'Africa meridionale, !khoi San per la precisione, ha abitudini e stili di vita simili a quelle dei nostri progenitori cacciatori e raccoglitori, e una curiosa abilità, non unica ma decisamente rara: parlano con i click, ossia schioccando la lingua (vedi il video qui sotto). Non si tratta di segnali ma di una vera e propria sonorità che aggiunta (oppure omessa) a una parola ne cambia il significato.
Da più di un secolo i San sono un gettonato oggetto di studi antropologici e non solo. Il via vai di scienziati, però, si è qualche volta tradotto in lavori giudicati poi poco rispettosi della dignità dei San, alla luce di quanto riportato ai capifamiglia da soggetti che pur avendo abbracciato uno stile di vita differente si sentono ancora e profondamente !khoi San.
Come parlano i San:
Il pomo della discordia. L'idea di dare delle linee guida nasce dopo la pubblicazione, nel 2010 sulla rivista Nature, di un primo studio sulle sequenze genomiche di alcuni individui San. Venuti a conoscenza delle conclusioni proposte dallo studio, i leader locali sottolinearono che i ricercatori non avevano chiesto il consenso delle autorità comunitarie e, soprattutto, che nell'articolo i San venivano descritti come "bushmen" (boscimani), termine considerato offensivo.
Per avere maggiore controllo ed evitare altri errori, I San hanno perciò affidato al South African San Institute l'elaborazione di un codice etico (vedi pdf), che d'ora in poi ogni studioso che voglia condurre ricerche su di loro è adesso tenuto a rispettare.
Le nuove regole. In base al codice, prima di essere pubblicati i nuovi studi dovranno essere condivisi con un consiglio comunitario e ottenerne l'approvazione, e i dati raccolti non potranno essere utilizzati per scopi diversi da quelli concordati. Malgrado il documento non sia legalmente vincolante, violarlo determinerà l'inserimento degli scienziati in una lista nera, che sarebbe come dire "persone non gradite".
Il codice etico per ora riguarda solo le comunità San del Sudafrica, ma l'obiettivo è di farlo approvare e adottare anche da quelle del Botswana e della Namibia. Documenti di questo tipo, va detto, non sono una novità: le comunità indigene del Canada e dell'Australia impongono da tempo precise regole ai ricercatori che desiderano studiarli.