Scienze

L'antenato misterioso dei sapiens

Una popolazione africana porta tratti di Dna di una specie non ancora identificata con precisione.

Una ricerca pubblicata su bioRxiv (un archivio di articoli scientifici su temi inerenti alla biologia) dimostra che almeno una parte della popolazione africana porta nel suo Dna geni di una specie di Homo (è il genere cui apparteniamo tutti) del tutto sconosciuta. È noto che l’Homo sapiens, lasciata per l'ultima volta l’Africa circa 75-80.000 anni fa, si è ripetutamente incrociato con altri Homo, in particolare con i Neanderthal e con un altro ominide, chiamato uomo di Denisova. Per questo motivo le popolazioni non africane portano con sé tracce di Dna di Neanderthal e alcune popolazioni asiatiche anche tracce di denisoviani.

E gli Africani? Più volte si è avanzata l’ipotesi che le popolazioni i cui antenati non sono usciti dal continente potrebbero portare nel loro Dna geni di altre specie. È tuttavia un'ipotesi difficile da verificare, perché il clima caldo umido degrada e distrugge velocemente il genoma dei fossili, rendendo impossibile un confronto.

Per studiare l’ipotesi, Arun Durvasula e Sriram Sankararamn (Università della California), hanno elaborato un metodo statistico per controllare se vi siano geni “fuori posto” nel Dna umano, anche senza avere reperti fossili di Homo per il confronto. Il metodo è stato sperimentato cercando tracce di Dna dei Neanderthal nei Sapiens non africani, già rilevato per altre vie.

Yoruba: una popolazione africana che porta tratti di Dna appartenenti a una specie sconosciuta. © PIUS UTOMI EKPEI / AFP / Getty Images

La sorpresa. Il nuovo studio è stato condotto su di un gruppo di 50 yoruba, una popolazione dell’Africa occidentale il cui Dna era già stato sequenziato per il Progetto 1.000 Genomi: si è così scoperto che l’8% del genoma degli yoruba (tra cui alcuni geni soppressori dei tumori) proviene da una popolazione arcaica che non apparteneva ai Neanderthal.

Chi si è incrociato con gli yoruba? Ci sono diverse ipotesi: potrebbero essere Homo sapiens rimasti separati dagli yoruba per millenni, il cui Dna si era modificato rispetto ai primi, oppure un’altra specie di cui non abbiamo un Dna di confronto. Potrebbe anche essere l'Homo naledi, recentemente scoperto in Sudafrica e vissuto circa 250.000 anni fa, benché alcuni ritengono improbabile che i sapiens africani si siano accoppiati con loro, per via delle molte caratteristiche differenti - a partire dal cervello, piccolo rispetto al nostro.

L'Homo naledi avrebbe avuto poche possibilità di incrociarsi con i sapiens, perché troppo "primitivo".

La migliore ipotesi. Un candidato migliore sarebbe l’Homo heidelbergensis, vissuto in Africa fino a 200.000 anni fa e ritenuto il candidato ideale come antenato comune per l’uomo moderno, i Neanderthal e forse i denisoviani. «Una piccola popolazione di Homo heidelbergensis potrebbe essere vissuta nelle foreste dell’Africa occidentale fino a tempi relativamente recenti», suggerisce Eleanor Scerri (Università di Oxford, UK) e in questo caso si sarebbe potuto unire ai sapiens del luogo.

A sostenere questa ipotesi vi sarebbero anche fossili di popolazioni che vissero prima o insieme all’Homo sapiens a Iwo Eleru (Nigeria): è un indizio che va nella direzione dell’incrocio sapiens-heidelbergensis, ma ancora non è sufficiente a tracciare una mappa definitiva delle origini dei tanti Homo.

5 aprile 2018 Luigi Bignami
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