Più di 400 carote di ghiaccio delle Alpi sono in viaggio verso l’Antartide: può sembrare stravagante che del ghiaccio alpino debba raggiungere i ghiacciai antartici, ma lo scopo è una missione di salvataggio, che si propone di mettere al sicuro dai cambiamenti climatici le testimonianze della storia climatica più antica conservata, appunto, nei ghiacciai europei.
I reperti verranno infatti conservati in bunker di ghiaccio per decenni, se non per secoli, da un lato per evitare che tali testimonianze scompaiano in seguito ai cambiamenti climatici che stanno fondendo i ghiacciai alpini, dall’altro perché rimangano in attesa di nuove e sofisticate tecnologie di analisi che si svilupperanno nei prossimi decenni.

Nei ghiacci sono presenti bolle d’aria del momento in cui il ghiaccio si è formato: studiandole, è possibile ricostruire la composizione atmosferica e il clima di decine, centinaia o migliaia di anni fa. Spiega Jérôme Chappellaz, del Centro nazionale francese per la ricerca scientifica: «Abbiamo la quasi certezza che tra 50-100 anni i ghiacciai alpini che si trovano al di sotto dei 3.500 metri non esisteranno più, e quindi è necessario conservare al meglio le testimonianze climatiche che hanno raccolto nel tempo».
Sepolto a Concordia. Il gruppo di ricerca ha lavorato al Col du Dome, appena sotto la vetta del Monte Bianco, dove hanno estratto campioni di ghiaccio fino alla base del ghiacciaio, a 130 metri di profondità.

Sottolinea Carlo Barbante, dell’Università di Venezia, che fa parte del gruppo franco-italiano di ricerca: «Lassù stiamo perdendo un’enorme quantità di ghiaccio. E stiamo vedendo che alcuni strati superficiali del ghiacciaio, fondendo, finiscono nelle parti più profonde e così "inquinano" altre informazioni».
Le carote di ghiaccio sono state trasportate all’università di Grenoble Alpes, dove dovrebbero restare per un pqaio di anni, in attesa che vengano completati i lavori per il deposito di mantenimento in Antartide, in prossimità della stazione di ricerca franco-italiana Concordia, a poco più di 1.500 chilometri dal Polo Sud. La collocazione a Grenoble, per quanto lunga, è temporanea perché gli scienziati ritengono che il deposito in Antartide offra maggiori garanzie di durata.








